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Francia, Sarkozy non esclude un ritorno: “La politica mi annoia, ma potrei essere costretto”

“Non vorrei, ma potrei”. Costretto a tornare in politica, anche se contro la sua volontà: richiamano un po’ le parole di Berlusconi di qualche mese fa (poi tramutatesi in realtà) quelle rilasciate dall’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy alla rivista “Valeurs Actuelles”.

“La politica mi annoia mortalmente – ha detto Sarkozy al settimanale transalpino interrompendo 10 mesi di assoluto silenzio stampa – e non ho al momento alcuna intenzione di tornarci. Basti pensare a come sono stato trattato, per esempio, nell’affare Betancourt: 13 ore di interrogatorio. E mia moglie (Carla Bruni, ndr), interdetta per 5 anni dalla professione di cantante”.

Un Sarkozy ferito e nauseato, dunque, che però non chiude definitivamente le porte a un suo clamoroso ritorno sulla scena pubblica: “Il problema è che il Paese rischia di ritrovarsi attanagliato tra gli estremismi di sinistra e quelli di destra, senza via d’uscita. Dunque in futuro la domanda potrebbe non essere più ‘avete voglia?’, ma ‘avete scelta?’. E in quel caso non potrei tirarmi indietro, non potrei accontentarmi della vita felice che conduco adesso, accompagnando mia figlia a scuola o girando il mondo per conferenze. Sarei costretto a tornare, per il bene del mio Paese”.

L’ex inquilino dell’Eliseo ha però escluso qualsiasi intenzione di rivincita nei confronti del vincitore del duello di un anno fa, François Hollande: “E’ un cattivo sentimento, che non mi appartiene. E poi che rivincita sarebbe, riprendere in mano la Francia nello stato in cui i socialisti l’avranno lasciata?”. Non manca, sempre secondo quanto riporta “Valeurs Actuelles”, un’altra frecciata all’attuale presidente della Repubblica: “Hollande ha distrutto tutto quello che di buono avevo costruito con Angela Merkel: ci aspetta una crisi sociale, poi una finanziaria di proporzioni inaudite e infine traumi di ordine politico”.

Sarkozy, dunque, non smentisce nè conferma le parole di qualche giorno fa del suo ex ministro Alain Juppé, che aveva in effetti aperto uno spiraglio alla sua (ri)discesa in campo. E se dopo quello di Berlusconi l’eroico ritorno al servizio del Paese diventasse una moda europea?

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