X

Francia, Rehn: già due rinvii sul deficit, ora serve una correzione

La Francia deve correggere i propri conti pubblici, anche perché ha già beneficiato di un doppio rinvio dei termini entro cui riportare il rapporto deficit-Pil sotto la soglia del 3% imposta dagli accordi di Maastricht. E’ questa la posizione di Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, che ha inviato a Parigi un messaggio di rigore mentre il neo-premier Manuel Valls sta allestendo la squadra dei nuovi ministri, compreso quello delle Finanze. In ogni caso, Rehn ha precisato che da Parigi non è arrivata alcuna richiesta di ulteriore slittamento del termine entro il quale ridurre il deficit sotto il 3% del Pil. 

Da parte sua, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha inviato a “non speculare su ipotesi” che non si sono verificate, salvo poi lanciare un chiaro avvertimento, ricordando che “tutti i paesi” dell’area valutaria, tra cui Italia e Francia, sono tenuti a rispettare gli impegni presi sul risanamento dei conti pubblici mentre portano avanti riforme e provvedimenti volti a rilanciare le economie e la competitività. “Raccomando a tutti i Paesi di attenersi alle procedure di bilancio e agli accordi che abbiamo stretto – ha detto Dijsselbloem – e di fare le riforme che ci rendano più competitivi”.

Ieri mattina l’Istituto francese di Statistica Insee ha fatto sapere che il deficit pubblico del Paese si è attestato nel 2013 al 4,3% del Pil. Il dato è più basso rispetto al 4,9% registrato l’anno precedente, ma la flessione non basta a rispettare i patti con Bruxelles, visto che Parigi si era impegnata con i partner europei a ridurre il proprio disavanzo fino al 4,1%. Il debito pubblico è al 90,6%, contro il 93,4% stimato dall’Esecutivo, mentre il Pil è cresciuto dello 0,3% nell’ultimo trimestre dell’anno (+0,8% su base annua), in linea con le attese. 

Il risultato deludente sul fronte del disavanzo implica la necessità di una nuova manovra correttiva, altrimenti la Francia fallirà il suo obiettivo fondamentale in tema di conti pubblici: riportare entro l’anno prossimo il rapporto deficit-Pil al 3%. In alternativa, il Governo dovrà chiedere più tempo per arrivare alla meta, il che potrebbe irritare non poco la Commissione europea, la quale ha già concesso alla Francia una moratoria di due anni per rientrare nei parametri. Lo spettro sullo sfondo è quello di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo.

Related Post
Categories: News