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Francia, programmi elettorali deludenti: devastante quello di Le Pen, demagogico quello di sinistra, debole quello di Macron

Imagoeconomica

Nella prima settimana di giugno dopo il voto europeo che in Francia ha visto il trionfo dell’estrema destra di Marine Le Pen e la sconfitta di Emmanuel Macron, la Borsa francese è stata la peggiore in Europa, ha perso il 6,23%, ha contagiato tutti gli altri listini del Vecchio continente a partire da quello di Milano (-5,7%) e ha fatto volare i rendimenti dei titoli di Stato e gli spread della Francia e dell’Italia con la Germania. Ma non è detto che il peggio sia alle spalle perché i programmi elettorali delle tre principali forze politiche francesi, quella guidata da Le Pen e Bardella (“Il robot” l’ha definito Le Monde), il nuovo Fronte Popolare delle sinistre e l’area di centro guidata da Macron e dal premier Gabriel Attal offrono più di uno spunto per mettere in allarme i mercati e tenere sulle spine la comunità internazionale. Devastante è soprattutto il programma di Le Pen che ha archiviato la Frexit, cioè l’uscita alla Francia dalla Ue, ma punta a destabilizzare l’Europa dall’interno, ad azzerare gli aiuti all’Ucraina, a lanciare segnali d’intesa alla Russia di Putin, ostacolando ogni passo avanti nella difesa comune e ad espellere i migranti. Sul piano economico e sociale il primo obiettivo di Le Pen è cancellare la riforma delle pensioni di Macron riportando a 60 anni l’età pensionabile, aumentare del 10% i salari con sgravi contributivi e ridurre del 10% le tasse per le prime tre fasce d’imposta. Inutile chiederle dove pensa di trovare le risorse per non terremotare il bilancio pubblico francese e per non far volare il deficit.

Meno devastante ma molto demagogico anche il programma dei primi 100 giorni del Fronte popolare che unisce le sinistre: abrogazione della legge sull’immigrazione e della riforma delle pensioni volute da Macron, rafforzamento dell’imposta patrimoniale con una componente climatica, tassazione dei superprofitti a livello europeo e aumento da 1.400 euro a 1.600 euro del salario minimo. Insomma, tassa e spendi.

Realistico ma primo di fascino il programma presentato dal giovane premier Attal per l’area macroniana. La lotta al fascismo della Le Pen, il rafforzamento dell’Europa e il sostegno dell’Ucraina sono ovviamente centrali e, in aggiunta, protezione del potere d’acquisto delle “classi medie e popolari“, taglio del 15% delle bollette della luce, materiale scolastico a prezzi ridotti, abolizione delle spese notarili nell’acquisto della prima casa, nuova tassa sull’acquisto dei titoli azionari. Un po’ poco poco per riconquistare i francesi.

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Categories: Politica