Non una ma tre. Sono le manifestazioni del primo maggio che si terranno oggi a Parigi, frutto di un’atmosfera ad alto contenuto politico. Si’, quella tradizionale, di sempre, indetta dai principali sindacati del Paese: partirà da piazza Denfert-Rochereau (rive gauche) per poi terminare alla Bastiglia (rive droite). C’è poi l’adunata promossa dal Front National all’Opéra, che è un’abitudine costante dal 1988. Ma che rischia di assumere altro significato (e altra partecipazione) quest’anno, grazie al successo di Marine Le Pen al primo turno. Ma la vera novità del 2012 è la manifestazione indetta da Nicolas Sarkozy al Trocadéro, dove il Presidente, dato per sfavorito all’elezione di domenica prossima, vuole celebrare la festa «di tutti quelli che lavorano».
Le dichiarazioni di Sarkozy in proposito hanno scatenato nei giorni scorsi non poche polemiche. Ha ribadito di voler promuovere il «valore lavoro contro l’assistenzialismo». E se l’è presa contro «questi elementi intermediari» che, secondo lui, paralizzano il Paese. L’allusione, ovviamente, è ai sindacati, accusati di trascurare i precari e di concentrarsi solo sui lavoratori dipendenti, soprattutto i funzionari pubblici, alias i privilegiati. In effetti, a più riprese, Sarkozy ha ricordato negli ultimi tempi il destino «dei salariati privati, più esposti alla crisi». Oggi vuole celebrare proprio loro, «quelli che lavorano duro, che soffrono».
Tanta aggressività è dovuta al fatto che, nei giorni scorsi, la Cgt, equivalente della nostra Cgil, e che con la Cfdt è il principale sindacato francese, ha chiesto esplicitamente «visto il suo bilancio e i suoi progetti» di non rieleggere Sarkozy. Oggi, ad aprire il corteo tradizionale del primlo maggio ci sarà proprio Bernard Thibault, segretario generale della Cgt, agli occhi del Presidente uno dei suoi nemici numero uno. Sarà accompagnato da François Chérèque, alla guida della Cgt, che, invece, si è astenuto dal dare indicazioni politiche per il voto di domenica prossima. Anche i sindacati, tutto sommato, sono in difficoltà e oggi vogliono ostentare, anche assieme alle organizzazioni minori, una certa unità. Hanno convocato la marcia attraverso Parigi invocando «la priorità dell’impiego» e « la lotta al precariato». Senza alcun accenno alla politica. E alle elezioni.
Riguardo al piglio polemico di Sarkozy, va detto che non raccoglie solo consensi neppure all’interno del suo partito, l’Ump. François Fillon, il premier, ha detto ieri che «bisogna evitare osservazioni sgradevoli sui sindacati. Non mi piace che si critichino le forze rapresentative dei lavoratori solo in quanto tali». Una frecciatina nei confronti del «capo» forse dovuta a una strategia calcolata, volta a stemperare l’aggressività di Sarkozy e a rassicurare la parte più moderata del suo elettorato. O forse il riflesso reale di un disagio: nel partito di centro-destra si pensa ormai al dopo Sarkozy. E sarebbe già iniziata una sfida a distanza tra Fillon, più vicino al centro, e Jean-François Copé, il rampantissimo segretario del partito, da sempre più vicino alla tradizione di destra.
E François Hollande dov’è finito? In linea con la sua prudenza, ha deciso che oggi non sarà a Parigi. E non parteciperà alla manifestazione dei sindacati. Per lui, invece, saranno presenti alcuni compagni di partito, Martine Aubry in testa, che dei socialisti è considerata la vera anima di sinistra. E che viene data come probabile Primo ministro nel caso domenica prossima Hollande vincesse davvero.