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Francia, per Macron a rischio la maggioranza alla Camera

Imagoeconomica

Nemmeno l’emergenza Covid-19 sta frenando l’emorragia di consensi del presidente francese Emmanuel Macron. E stavolta a perdere colpi non sono solo i sondaggi, ma la stessa maggioranza all’Assemblée Nationale, l’equivalente della nostra Camera dei deputati. Il presidente, pur reduce dall’importante accordo trovato con Angela Merkel sul Recovery Fund, sul fronte interno incassa invece la prima vera scissione del suo partito, La République en marche (LREM). Dopo una serie di defaillance nel corso degli anni, i deputati rimasti all’interno del partito macroniano erano ancora 295, sopra la soglia minima di 289 per avere la maggioranza assoluta. Oggi però 7 di loro hanno ancora abbandonato LREM, e insieme ad altri fuoriusciti precedenti (e anche di altri partiti) hanno fondato un nuovo gruppo alla Camera, il nono: si chiama “Ecologie, démocratie, solidarité” e darà filo da torcere.

Soprattutto, la nascita del nuovo gruppo parlamentare lascia quello che fa capo a Macron a soli 288 membri, cioè al di sotto della maggioranza assoluta, seppur di un solo deputato. Niente di cui preoccuparsi dunque, almeno per ora, visto che in soccorso del presidente (che a differenza di Giuseppe Conte non sta beneficiando di una tenuta del consenso grazie alla gestione dell’emergenza sanitaria) ci sono sicuramente il partito centrista Modem (di François Bayrou) con i suoi 46 deputati, e il partito di centro-destra Agir che di deputati ne ha 9. Tuttavia questo, per l’inquilino dell’Eliseo, è più di un campanello d’allarme: gli scissionisti sono chiaramente i rappresentanti dell’ala sinistra ed ecologista di LREM, che pur in piena emergenza non hanno esitato ad esprimere la loro disapprovazione soprattutto sulle politiche sociali, migratorie e ambientali. Tra loro c’è anche l’ex ministra dell’Ecologia Delphine Batho, “hollandiana”.

Le reazioni a questa mossa non sono tardate: il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha parlato di “grenouillages” (in francese grenouille significa rana, dunque saltare da un gruppo ad un altro). “Mi dispiace che qualcuno giochi ancora sulla contrapposizione sinistra/destra, un paradigma che i francesi avevano scelto di superare col voto del 2017”, ha detto Le Maire. “E’ un affronto al presidente Macron e una mancanza di rispetto verso gli elettori”, ha aggiunto la portavoce di LREM Marie-Christine Verdier-Jouclas. Il caso arriva a poche settimane dai ballottaggi delle elezioni municipali, il cui primo turno si era tenuto a marzo, salvo poi rimandare il secondo causa virus. Il Comitato scientifico transalpino ha dato il via libera per completare la tornata elettorale che vede il rinnovo dei sindaci di 35.000 Comuni, compresa Parigi, dove la favorita è la sindaca uscente Anne Hidalgo, socialista, e dove il partito di Macron ha fatto flop al primo turno, dovendo cambiare il candidato a pochi giorni dal voto per uno scandalo sessuale.

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