La Francia è di nuovo senza un Governo. A meno di 3 mesi dalla nomina dell’esecutivo e meno di 6 dalla decisione di Emmanuel Macron di sciogliere il Parlamento, l’Assemblée Nationale ha votato la sfiducia al governo guidato da Michel Barnier. In Francia, una mozione di sfiducia vincente in Parlamento non si vedeva dal 1962, mentre Barnier diventa il premier francese con la carica più breve dall’adozione della Costituzione francese nel 1958.
Il Paese ripiomba dunque nell’incertezza politica (ed economica), che però Macron vorrebbe chiudere a tempo di record. Secondo i media francesi, il presidente vorrebbe infatti nominare il nuovo premier già nelle prossime 24 ore.
Il voto di sfiducia
La mozione di sfiducia presentata dalla sinistra del Nuovo Fronte Popolare è passata con 331 voti a favore su 574, ben oltre la maggioranza necessaria.
In realtà, le mozioni di sfiducia presentate erano due, la seconda da parte della destra Rassemblement National. Entrambe sono state depositate lunedì, dopo che il premier Barnier ha fatto ricorso all’articolo 49.3, che consente di porre la fiducia su un provvedimento evitando la discussione in aula, per far passare la parte della manovra 2025 che riguarda il finanziamento della Previdenza sociale.
Macron: nuovo premier entro 24 ore, 3 nomi in pole position
Nessuno dubitava di quale sarebbe stato l’esito della votazione, tant’è che il presidente della Repubblica Emmanuel Macron avrebbe cominciato le consultazioni per la nomina del nuovo premier già nella giornata di ieri con l’obiettivo di chiudere i giochi nelle prossime 24 ore. Lo riferisce Bfm Tv, secondo cui l’inquilino dell’Eliseo, tornato in serata da una visita di stato in Arabia Saudita, avrebbe iniziato a sondare il terreno con i suoi fedelissimi da Ryad.
La sua priorità, fanno sapere i suoi stretti collaboratori citati da BFM, sarebbe quella di “non apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi nel weekend per la riapertura di Notre-Dame”. “È una questione di credibilità per la Francia”, ha aggiunto la fonte.
Il totonomi è già forsennato: tra le ipotesi che circolano quella dell’ex premier socialista Bernard Cazeneuve, del centrista François Bayrou e del ministro della Difesa, Sébastien Lecornu. Gli ultimi due sono considerati candidati possibili perché non sgraditi a Marine Le Pen che farà pesare i suoi 143 deputati all’Assemblée Nationale.
Le Pen: “È la fine di un governo effimero”
Nel corso della discussione che ha preceduto il voto Marine Le Pen ha parlato di “momento della verità, che mette fine ad un governo effimero” e ha detto che la decisione di appoggiare la mozione di sfiducia presentata dall’estrema sinistra del Nuovo Fronte Popolare non è stata presa “con la gioia nel cuore”. “Ma le istituzioni ci costringono a mescolare le nostre voci con quelle dell’estrema sinistra”, ha aggiunto la leader del Rassemblement national, auspicando “presto una grande alternanza”. Un riferimento, è parso, anche alle possibili dimissioni di Macron, che però il presidente della Repubblica ha liquidato come “fantapolitica“, sottolineando di essere in carica “perché sono stato eletto due volte dal popolo francese” e ha aggiunto: “Non dobbiamo spaventare la gente con queste cose. Abbiamo un’economia forte”.
Barnier: “Non è per piacere che ho presentato misure difficili”
Prima del voto, l’ormai ex premier Barnier ha preso la parola tra gli applausi dei deputati della coalizione di governo. “Siamo al momento della verità” e della “responsabilità”, perché la “realtà” del bilancio “non scomparirà sotto l’incanto di una mozione di censura”, ha detto davanti ai deputati.
“Non è per piacere che ho presentato quasi solo misure difficili; avrei preferito distribuire denaro”, ha dichiarato Barnier durante il suo intervento, prima di avvertire i deputati che “questa realtà non scomparirà per la magia di una mozione di sfiducia”. Barnier poi ha osservato che “la verità si imporrà a
qualsiasi altro governo“. “Questa mozione di sfiducia – ha aggiunto – renderà tutto più grave e difficile”.
Il Premier ha infine difeso la sua legge di Bilancio: “Questo testo rappresenta per me, e lo dico senza pretese, un buon compromesso. Il miglior compromesso possibile. Ora è il momento di attuarlo” ha detto.
Martedì sera, nel corso di una conferenza stampa, Barnier si era appellato a un “sussulto di responsabilità” da parte delle opposizioni che però hanno ignorato la richiesta.
L’assemblea nazionale approva il budget di fine gestione per il 2024
Prima di votare la sfiducia al governo, il Parlamento francese ha adottato in via definitiva il disegno di legge di “fine gestione” per il 2024, un testo di bilancio che fissa gli ultimi aggiustamenti per l’anno in corso. Secondo quanto riferisce l’Afp, pochi minuti prima dell’esame delle mozioni di censura sul progetto di bilancio della Previdenza sociale, il governo è riuscito a ottenere l’accordo definitivo dei parlamentari, compresi quelli del Rassemblement National, con 318 voti favorevoli e 103 contrari.