In una Francia in fiamme, due mozioni di sfiducia attendono al varco nelle prossime ore il Presidente Emmanuel Macron che si gioca tutto sulla riforma delle pensioni, la riforma simbolo che alza da 62 a 64 anni l’età pensionabile ed elimina i regimi previlegiati ma che, secondo gli ultimi sondaggi non piace al 68% dei francesi. All’Assemblea Nazionale, dove Macron ha imposto nei giorni scorsi l’approvazione della riforma senza voto ricorrendo alla controversa procedura 49.3, due insidiose mozioni – una della Le Pen e l’altra dei centristi di Liot – che puntano a sfiduciare l’attuale premier Elisabeth Borne e indirettamente lo stesso Macron che, in caso di insuccesso, potrebbe cambiare la guida del Governo, considerata poco efficace, o sciogliere il Parlamento e proclamare elezioni anticipate.
FRANCIA: DUE MOZIONI DI SFIDUCIA CONTRO MACRON
Fino a stamattina i promotori delle due mozioni di sfiducia non avevano i voti per prevalere ma i giochi sono aperti e l’incertezza è massima mentre i sindacati mantengono lo stato di mobilitazione contro la riforma delle pensioni e contro Macron. In gioco non c’è solo la riforma delle pensioni ma il futuro stesso di Macron e del macronismo, con effetti non indifferenti non solo sulla Francia ma sull’intera Europa.
MOZIONI DI SFIDUCIA: IL PRECEDENTE DI DE GAULLE CHE PORTO’ LE OPPOSIZIONI ALLA SCONFITTA
Secondo gli ultimi sondaggi la popolarità di Macron è in caduta libera e non va oltre il 24% ma il settimanale Obs, erede un po’ sbiadito del glorioso Nouvel Observateur, ha pubblicato ieri sul suo sito un articolo del 1958 nel quale si ricorda che durante la Quinta Repubblica ci fu una sola mozione di sfiducia contro il Presidentissimo Charles De Gaulle che voleva che le elezioni presidenziali fossero adottate attraverso referendum: le opposizioni insorsero e fecero passare la sfiducia in Parlamento inducendo De Gaulle a sciogliere le Camere. Ma nelle elezioni gli equilibri politici si capovolsero e vinse De Gaulle con grande disappunto dei promotori della sfiducia che pensavano di avere la vittoria in mano. Andrà così anche stavolta? E’ presto per dirlo ma il precedente della Quinta Repubblica mette ansia anche agli oppositori di Macron e tiene la Francia col fiato sospeso.