La Francia ma anche l’Europa e i mercati possono tirare un sospiro di sollievo. Emanuel Macron, il giovane candidato liberalprogressista ed europeista, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali con il 23,75% dei voti e ha posto una forte ipoteca sulla conquista dell’Eliseo.
Macron affronterà fra due domeniche al ballottaggio Marine le Pen, la candidata di estrema destra del Front National, che è giunta seconda conquistando il 21,53% ma non ha sfondato e ha preso addirittura meno voti delle ultime elezioni regionali (27%).
Nettamente sconfitti sia il gollista Fillon (19,9%) che il candidato dell’estrema sinistra Mélenchon (19,6%), che sono rimasti sotto il 20%.
E’ la prima volta nelle elezioni presidenziali che i partiti tradizionali – gollisti e socialisti – non arrivano nemmeno al ballottaggio.
Ora il quarantenne Macron ha dalla sua tutti i favori del pronostico. Sia Fillon che il socialista Hamon hanno già dato indicazione ai loro elettori di votare Macron al secondo turno. Apprezzamenti per il giovane ex ministro sono arrivati subito anche dal presidente della Repubblica, uscente Francois Hollande.
In vista del ballottaggio Macron può raccogliere i voti necessari a conquistare l’Eliseo sia dalla destra moderata che da sinistra, mentre Le Pen non è in grado di fare alleanze e ha già fatto il pieno.
Può festeggiare l’Unione europea, dalla quale la Pen aveva chiesto l’uscita e che – come l’euro- si sarebbe sfasciata nel caso di una vittoria della destra sovranista ed antieuropeista del Front National. Ma molto probabilmente festeggeranno oggi anche i mercati, anche se Piazza Affari dovrà oggi affrontare il ribasso tecnico di mezzo punto percentuale per lo stacco cedola di sette big.
Sul piano politico italiano festeggia anche Matteo Renzi, che domenica prossima spera di essere incoronato di nuovo segretario del Pd alle primarie e che non ha mai nascosto le sue simpatie per Macron, che lo ha ampiamente ricambiato. Il populismo e l’antieuropeismo possono essere sconfitti. C’è però un’altra lezione che Renzi farà bene ad imparare da Macron: il candidato francese parla sempre di “noi” e della sua squadra e rifiuta i personalismi. Una tattica che ha contribuito non poco al suo clamoroso successo e che piace alla gente, così come piace la sua scommessa sulle riforme e sull’Europa.