il Presidente della Repubblica di Francia, Emmanuel Macron, nell’atteso discorso in tv di ieri sera, non ha risparmiato critiche all’estrema destra di Marine Le Pen e all’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon per aver provocato la crisi del Governo Barnier dopo soli tre mesi in un momento economico ed internazionale così delicato. Ma frecciate non sono mancate anche verso i socialisti che si sono appecoronati dietro Mélenchon dimenticando la loro anima riformista ed europeista e il senso di responsabilità nazionale. Macron ha promesso di scegliere a breve il nuovo candidato premier ma non è detto che ci sia prima della riapertura di Notre Dame di domenica 8 dicembre davanti ai capi di Stato di tutto il mondo, Donald Trump in testa.
Macron ha ammesso di aver commesso errori e che ora non può sbagliare la scelta del nuovo primo ministro che dovrà far approvare il bilancio dello Sato e guidare la Francia almeno fino a luglio, quando si potrà tornare a votare. Ma il punto più atteso del discorso di Macron riguardava la sua permanenza all’Eliseo malgrado l’evidente calo di popolarità e su questo il Presidente è stato chiarissimo: niente dimissioni in vista. “Non lascio la Presidenza della Francia. Il mio mandato dura ancora 30 mesi e cercherò di spenderli al meglio”. Mélenchon e Le Pen dovranno rassegnarsi ma non è causale che la leader dell’estrema destra abbia ieri abbassato il tiro sostenendo che non ha intenzione di chiedere le dimissioni del Capo dello Stato.
La crisi francese resta più aperta che mai e la scelta del nuovo premier farà capire che direzione prende, se verso il centro o con una cauta apertura a sinistra in nome di un nuovo “patto repubblicano” come chiede l’ex premier Gabriel Attal. Sperando che il convitato di pietra – i mercati finanziari – non rialzi burrascosamente la testa.