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Francia, la novità Fillon e l’enigma Hollande

Il nuovo leader della destra gollista sembra avere le caratteristiche giuste per sconfiggere alle prossime elezioni francesi l’ondata populista della Le Pen ma molto dipenderà anche dalle mosse della sinistra e dall’incognita Hollande, il presidente con il più basso tasso di consenso: scenderà in campo personalmente o lascerà spazio a Valls e a Macron?

Francia, la novità Fillon e l’enigma Hollande

La domanda che ci si pone in Francia, dopo la vittoria di François Fillon alle primarie della destra, è che cosa farà ora il Presidente François Hollande. Si candiderà per un secondo mandato o lascerà la leadership della gauche ai giovani Emmanuel Macron e Manuel Valls? E ancora, chi sarà capace di contrastare l’ascesa di Marine Le Pen, leader di una Francia populista e antieuropea che sta avanzando senza soste in tutto l’Esagono?

Il futuro politico della Francia è quanto mai incerto. Le incognite sono molteplici anche se i problemi, quelli, sono comuni a tutti: l’economia che non tira, la disoccupazione che avanza, la previdenza che ha il fiato corto, l’immigrazione che crea tensione, il terrorismo che alimenta la paura, l’Europa che non risponde alle domande elementari de i popoli e che chiede sempre più contributi.

La primavera, e quindi le elezioni presidenziali francesi, sono alle porte. E in Europa avanza la destra: in Spagna, in Inghilterra, in Germania, in Austria… Si tratta di fenomeni che cavalcano il malcontento della popolazione, ma anche l’incapacità della politica di leggere i problemi della vita quotidiana e di affrontarli.

François Fillon, il nuovo leader della destra moderata francese, ha vinto le primarie sbaragliando il campo dai vari Sarkozy e Juppè, proprio perché ha interpretato “le sentiment” francese, offrendo ricette semplici, di buon senso, comprensibili a tutti. Un programma trasversale intriso di rigore , di attenzione al sociale e di liberismo, spendibile a destra come a sinistra e quindi universale. Ha convinto gli imprenditori, i commercianti, ma anche le massaie. I giovani, ma anche la fascia dei più anziani.

In altre parole è stato convincente. Fillon con quella sua faccia da bravo ragazzo, piace: ha l’età giusta (62 anni), gli studi giusti (giurisprudenza), l’estrazione sociale giusta (figlio della buona borghesia della provincia francese), la famiglia giusta (5 figli). E’ sportivo, ha carisma e, soprattutto, una traiettoria politica esemplare, non ultimo una esperienza di primo ministro a Matignon, quando all’Eliseo sedeva Sarkozy. Insomma ha fatto la gavetta “comme il faut” e nel contempo ha ricoperto incarichi di grande prestigio e responsabilità.

“Vogliamo sì pagare le imposte, siamo disposti anche a un aumento – dichiara un imprenditore di Neuilly a Firstonline – a fare dei sacrifici, ma a condizione di vedere una gestione del Paese differente, più vicina ai nostri problemi. Basta intellettuali al poter che credono di pensare al bene altrui. Penso che la Francia, quella cosiddetta profonda, voglia ritrovare le proprie radici. Affondarle in cose semplici come il lavoro retribuito, la famiglia tradizionale e la scuola che insegni e sia formatrice delle nuove generazioni”.

In poche parole, Fillon incarna una necessaria politica del rigore con il buon senso di una Francia tradizionale. Una Francia che sostiene le fasce meno favorite, ma anche gli inevitabili progressi sociali in tema di diritti.

Il candidato della destra moderata sembra dunque in vantaggio rispetto ai potenziali concorrenti. Nella gauche stanno venendo avanti Manuel Valls, l’attuale primo ministro, che morde il freno e vorrebbe sgambettare il Presidente, François Hollande. Le tensioni tra i due, nella gestione della Francia, sono evidenti e sempre più frequenti. Una lotta intestina che potrebbe favorire Emmanuel Macron, il giovane ex Ministro dell’Economia, che si è dimesso un paio di mesi fa dal Governo Hollande, per fondare un nuovo movimento e correre per l’Eliseo nel 2017.

Macron sta battendo la Francia in lungo e in largo predicando una politica di rinnovamento. Un programma che piace alla sinistra moderata e che strizza l’occhio al centrodestra. Non a caso molti “patron” francesi sono affascinati da questo giovane che sembra incarnare alla perfezione lo spirito e i valori della République, ma anche il riscatto di una Francia che ha perso molto del suo smalto sia sulla scena europea, sia sul fronte internazionale.

Difficile comunque prevedere quale ruolo riuscirà ad avere Macron alle prossime presidenziali. Forse è partito un po’ troppo tardi nella sua campagna.

Chi invece sarà sicuramente protagonista è Marie Le Pen. Sulla breccia ormai da molti anni, è riuscita a prendere le distanze dalla politica di estrema destra del padre, pur mantenendo una strategia populista che fa leva sulla paura verso gli immigrati e l’Islam, sull’aumento del terrorismo, e sui diritti dei francesi autoctoni che devono essere privilegiati a scapito degli stranieri e di un’Europa che pensa solo a se stessa e che ha tolto sovranità agli Stati.

Un discorso, quello della Le Pen, che naturalmente ha grande successo e che ha quindi ingrossato le fila dei suoi sostenitori. Si tratta, di fatto, della seconda forza politica del Paese, per cui è quasi certo che al ballottaggio delle presidenziali, al secondo turno, sarà lei la forza da battere.

E il moderato Fillon, con l’aiuto della gauche, è il candidato che i francesi sembrano al momento privilegiare per sconfiggere l’avanzata dell’estrema destra di Marie Le Pen. E’ chiaro che alle elezioni presidenziali francesi mancano ancora alcuni mesi e che in politica tutto è possibile. Ma lo scenario, almeno nelle sue grandi linee, sembra ormai tracciato.

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