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Francia, Hamon sfida Valls

Sorpresa alle primarie del centrosinistra in Francia: al ballottaggio andrà sì il favorito della vigilia, l’ex premier Manuel Valls, ma non da frontrunner. Valls si è infatti classificato secondo nella consultazione che ha coinvolto meno di 2 milioni di elettori (alle primarie del 2011, quelle che incoronarono Hollande, furono circa 1 milione in più), superato dall’outsider dell’ala sinistra del Partito socialista, il deputato Benoit Hamon: il 49enne, già ministro dell’economia sociale e solidale e dell’educazione durante il mandato di Hollande, ha preso più di un terzo dei voti (36%), contro il 31% di Valls. Terzo si è classificato un altro ex ministro, Arnaud Montebourg, già fuori dal ballottaggio nell’edizione del 2011, ma che potrebbe diventare ago della bilancia domenica prossima, quando gli elettori del centrosinistra dovranno scegliere il candidato alle elezioni presidenziali: Montebourg, che ha chiuso col 17,7%, ha infatti formalmente chiesto ai suoi sostenitori di privilegiare Hamon.

La partita è dunque apertissima e per Valls è tutta in salita: il favorito ora è Hamon il “frondeur” (“frondista”), cioè appartenente a quell’ala del Partito socialista che si oppone alle politiche economiche e sociali della maggioranza (una sorta di “giovani turchi” in salsa francese, per intenderci). Dal maggio 2016 questo gruppo di oppositori interni alla coalizione di maggioranza (ci sono anche ecologisti e comunisti) conta 56 parlamentari firmatari tra cui Hamon ma anche, ad esempio, l’ex ministra della cultura Aurélie Filippetti. In particolare la battaglia di Hamon si concentra sull’abolizione della discussa Loi Travail, il Jobs Act alla francese che è stato duramente contestato nelle piazze l’anno scorso: Valls vorrebbe mantenerla mentre Hamon propone persino di ridurre ulteriormente le 35 ore settimanali di lavoro, aumentare del 10% lo Smic (il salario minimo) e istituire un reddito di cittadinanza “universale e incondizionato”, anche se a termine.

Nella proposta che finora raccoglie la maggior parte dei consensi c’è anche l’abbassamento del prezzo dei farmaci, l’eutanasia (tema che Valls vorrebbe affrontare ma per piccole tappe) e la legalizzazione della cannabis, argomento sul quale l’ex primo ministro è fortemente contrario. Sarà scontro anche sul tema dell’immigrazione: Hamon vuole accogliere più rifugiati a riconoscere il diritto di voto agli stranieri per le elezioni locali, mentre Valls è contrario, restando sulle posizioni già espresse dal governo uscente. Infine i due candidati al ballottaggio hanno un diverso approccio sull’Europa: mentre Valls vuole mantenere il deficit sotto il 3%, Hamon è intenzionato a chiedere una moratoria e anche a disconoscere il CETA, ovvero l’accordo commerciale tra Ue e Canada.

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