Continua a salire la tensione in Francia. Le difficoltà incontrate negli ultimi giorni sul fronte finanziario si ripercuotono inevitabilmente sull’economia reale, in particolare per quanto riguarda il livello di fiducia fra gli imprenditori. Secondo l’Istituto di Statistica nazionale francese (Insee), a novembre l’indicatore calcolato per questa variabile è sceso nuovamente a 95 punti, dai 97 registrati il mese precedente.
Gli ordini totali e la domanda restano fermi a -19, mentre quelli esteri peggiorano a -26. L’indice sulle prospettive generali della produzione è sceso a -35, mentre quello sulle prospettive personali della produzione ha registrato un decremento fino a -6 punti.
Nel frattempo continua a rimanere alta la temperatura sul fronte del debito pubblico, alimentando le voci su un prossimo taglio del rating da parte delle principali agenzie americane. Insomma, Parigi sembra destinata a perdere la prestigiosa tripla A e questo sospetto non può che provocare smottamenti sui mercati azionari e obbligazionari.
Lo spread transalpino è ancora oltre il livello di guardia (sopra i 160 punti base), anche se nelle prime ore di scambi è calato di 10 punti rispetto alla chiusura di ieri sera.
Allo stesso tempo anche la Borsa parigina fatica ad imboccare una strada precisa. In un regime di forte volatilità, a metà mattina il Cac 40 si aggira intorno alla parità, dopo aver aperto in territorio negativo.