La Francia è da diversi anni molto scettica sul 5G, ma stavolta la tesi “complottista” di turno arriva da un organo ufficiale del Governo, quell’Haut Conseil pour le Climat (Alto Consiglio per il Clima), un comitato scientifico nominato personalmente dal presidente Emmanuel Macron due anni fa. Il pool, composto da 12 scienziati, ha emesso un sorprendente e preoccupante verdetto: in un documento di 32 pagine viene asserito che la nuova tecnologia di rete mobile, che abiliterà la prossima rivoluzione industriale, quella dell’Internet delle cose e dell’Intelligenza artificiale, avrà un costo notevole per l’ambiente.
Entrando nel dettaglio, il rapporto spiega che la diffusione del 5G comporterà un maggior dispendio di energia, che inevitabilmente comporterà a sua volta un aumento delle emissioni di CO2: “Il consumo di energia aumenterà di una quantità compresa tra 16 TWh e 40 TWh da qui al 2030, cioè del 3%/8% dell’energia totale consumata in Francia nel 2019”, scrivono gli esperti. Tradotto in emissioni di CO2, significherebbe che la nuova infrastruttura telefonica genererebbe dai 2,7 ai 6,7 milioni di tonnellate di CO2 in più, rispetto ai 15 milioni di tonnellate emesse dall’intera industria tecnologica francese nel 2020: un balzo compreso tra il +18% e addirittura un ipotetico +44%, nella peggiore delle ipotesi.
Chiaramente, se il surplus energetico dovesse arrivare da fonti rinnovabili o dal nucleare, il problema non sussisterebbe. Ma allo stato delle cose, la previsione è questa, fatte salve alcune incognite che potrebbero a loro volta rendere meno pesante il conto per l’ambiente, come ad esempio l’arrivo di una nuova generazione di smartphone. Che però, è anche su questo c’è già polemica, sarebbero molto più costosi e a pagarne il conto alla fine sarebbero i consumatori.
Per la Francia un intoppo del genere sarebbe davvero difficile da digerire, soprattutto dopo che il presidente Macron si è più volte speso a favore della causa ecologica: impegnato in prima linea nel condividere gli accordi di Parigi sul clima (sui quali ha anche cercato più volte di convincere l’ex presidente Usa Donald Trump), il capo dello Stato francese ha persino lanciato un referendum per inserire la transizione ecologica nel testo della Costituzione. Facendola diventare dunque non solo un obiettivo importante, ma un vero e proprio valore difeso dalla carta costituzionale.