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Francia, ballottaggi regionali: l’ora della verità per Le Pen. Oggi si vota

La Francia svolta a destra. Del resto, come osserva Le Figaro, è sempre successo così sin dal 1870: dopo ogni crisi economica c’è stata puntuale l’ascesa dell’estrema destra o – più genericamente – del populismo. La storia del Front National è in realtà più ondivaga, ha vissuto momenti gloriosi anche in tempi di relativa prosperità (si ricordi lo storico ballottaggio presidenziale tra Chirac e Le Pen padre, nel 2002), ma mai il partito della dinastia dei Le Pen si era affermato così solidamente: ha raccolto quasi il 30% dei consensi al primo turno delle regionali, diventando ufficialmente il primo partito di Francia, davanti al centrodestra con il 27% e al Partito socialista del presidente Hollande, in caduta libera al 23%.

D’altronde la crisi – così come la comprensibile paura del terrorismo –  è molto sentita Oltralpe: secondo gli ultimi sondaggi quasi nove francesi su 10 (l’89%) sono pessimisti sulla situazione attuale. Non solo, un rilevamento BVA ha reso noto che il partito di ispirazione fascista è sempre più sdoganato presso la popolazione: il 57% degli intervistati ha detto che “va considerato un partito come tutti gli altri”. Tendenza confermata da un sondaggio di Le Figaro (giornale di area di destra), che ha chiesto ai suoi lettori di commentare le parole dell’ex presidente Sarkozy: “Votare FN non è immorale”. Tre lettori su quattro (su un campione di 90.000 votanti) hanno confermato che no, neanche secondo loro lo è.

E’ in questo contesto che la Francia si avvicina al secondo turno delle regionali, in programma oggi, domenica 13 dicembre. Ma la mossa della gauche, che in alcuni casi ha ritirato i propri candidati lasciando che buona parte dei propri voti vengano dirottati sulla destra moderata, ha fatto sì che molti sondaggi prevedano un ridimensionamento della portata del successo del Front National, che pure ha chiuso il primo turno in testa in 6 regioni su 13 (esclusi i territori d’Oltremare). Paradossalmente la vittoria della destra estrema sarebbe a rischio proprio nelle due regioni dove il consenso è stato più ampio alla prima tornata, superando il 40%: PACA (Provenza Alpi Costa Azzurra), dove la nipote d’arte Marion Le Pen ha preso il 40,55%, e Nord-Pas de Calais-Picardie dove la stessa Marine Le Pen ha chiuso al 40,64%.

Secondo il sondaggio Sofres in entrambe queste regioni vincerebbe alla fine il candidato dei Republicains ma solo grazie all’appoggio degli elettori socialisti, decisi a sbarrare il passo alla destra estrema del Front. In queste due regioni, il partito socialista ha ritirato a questo scopo i suoi candidati (con il sistema francese al secondo turno ci si va anche in tre) e il 76-77% dei suoi elettori dice di voler votare per Bertrand ed Estrosi. Un po’ come quando Lionel Jospin, il grande sconfitto del 2002, chiese dai suoi sostenitori di “tapparsi il naso” e votare Chirac alla presidenza della Repubblica. Scenario non ancora consolidato però, tant’è che lo stesso istituto Sofres specifica: “Un passo falso o una dichiarazione maldestra dei candidati della destra moderata potrebbero spingere questi elettori ad astenersi”. E dunque a spianare la strada al Front National.

Una cosa intanto è già certa: questa tornata delle amministrative non sarà ricordata come un successo per il Partito socialista del presidente François Hollande, che rischia di sparire. L’unica vittoria certa e solida è quella della roccaforte della Bretagna, dove il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian sarà salvo sorprese il nuovo governatore: questa è l’unica regione dove per passare il Ps non avrà avuto bisogno dell’alleanza con i Verdi. Incerto invece l’esito del voto nel Sud-Ovest, nella regione dell’Aquitaine-Limousin-Poitou-Charentes, dove si trovano i feudi elettorali sia del presidente Hollande che della ex moglie Segolene Royal. Attualmente cinque province sulle tredici della regione sono già governate dal centrodestra, dopo le amministrative dello scorso marzo. Un banco di prova fondamentale per il governo, che gioca in casa ma non troppo.

C’è poi la grande sfida dell’Ile de France, la regione della capitale Parigi, sconvolta dagli attentati dello scorso 13 novembre. E’ proprio qui però che il Front National non ha sfondato come altrove: anzi, nel collegio di Seine Saint Denis (quello dove si sono svolti alcuni degli attentati terroristici) è in vantaggio proprio il centrosinistra. Per la poltrona da governatore sarà un testa a testa tra il candidato di centrodestra Valérie Pécresse, forte del 30% al primo turno, e quello del partito di governo Claude Bartolone, che ha chiuso al 25%. Nella Capitale e dintorni il Front National è solo il terzo partito, con un pur buono 18% al primo turno. La sensazione complessiva è quella di un’ascesa del populismo, che però potrebbe non tradursi necessariamente in un trionfo elettorale. E che potrebbe decretare come effettivo vincitore di queste elezioni regionali il redivivo Nicolas Sarkozy.

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