Clamoroso ribaltamento del risultato elettorale nel ballottaggio delle elezioni politiche francesi. A sorpresa e contrariamente al primo turno elettorale di soli 7 giorni fa, vince il Nuovo Fronte Popolare delle sinistre, che ora si candida a governare e che – secondo le terze proiezioni – raccoglie tra i 177 e i 192 seggi contro i 134-145 del Rassemblement National Le Pen e alleati, i 152-158 del centro di Macron. Numeri confermati anche dallo spoglio. Alle 23, quando mancano ancora 80 sezioni da scrutinare (quasi tutte a Parigi e dintorni, zone dove il centro e la sinistra sono favoriti) il Nuovo Fronte popolare è a quota 146 seggi, Ensemble a 140, RN a 137 e i Republicains a 40.
Malgrado il trionfalismo di Jean-Luc Mélenchon, che rappresenta l’ala populista del Nuovo Fronte Popolare e che per ora esclude accordi con il centro di Macron, una maggioranza non c’è perché il quorum è di 289. Diversamente da quanto sostiene Mélenchon, il risultato del ballottaggio è in realtà una vittoria politica del presidente Macron che ha scommesso sulle elezioni anticipate e poi sull’alleanza repubblicana anti-Le Pen che ha messo in ginocchio l’estrema destra.
Ballottaggio Francia: la maggioranza non c’è
Il risultato è clamoroso ma adesso vengono i problemi ed è fin troppo prevedibile che non mancheranno le turbolenze in Borsa. I problemi sono due: in primo luogo il Nuovo Fronte Popolare non ha la maggioranza e i contenuti sbandierati da Mélenchon rischiano di far sbandare il bilancio pubblico della Francia. Il leader de La France Insoumise ha infatti proposto subito la sospensione della riforma delle pensioni di Macron che alza da 60 a 64 l’età pensionabile, l’aumento del salario minimo e il blocco dei prezzi. Non è da escludere però che il Fronte Popolare si spacchi, che l’ala più ragionevole guidata dal socialista Gluksmann prenda il sopravvento e negozi un accordo di governo con il Centro macroniano sulla base di una piattaforma programmatica più realistica, nonostante nel corso della serata la gauche abbia fatto trapelare che intende proporre un nome unitario per la candidatura a primo ministro.
Quel che è certo è che la destra di Le Pen esce con le ossa rotte ed è a dir poco patetico, ma altamente significativo, che il ministro degli Esteri russo Lavrov parli di manipolazione del voto che ha impedito a Le Pen di vincere. Ora la parola passa al Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.
Macron non parlerà: si aspetta la “strutturazione dell’assemblea”
Dall’Eliseo, nonostante sia già stato comunicato che il presidente Macron non rilascerà dichiarazioni in serata, trapela soddisfazione. Per settimane Macron è stato sotto il fuoco delle critiche per aver sciolto l’Assemblea Nazionale e per aver convocato delle elezioni che si credeva avrebbero quasi certamente portato l’estrema destra al potere. E invece è accaduto il contrario: “L’affluenza – a livello record del 67% – dimostra che i francesi dovevano esprimersi”. Subito dopo, dall’entourage del presidente è arrivato però un invito alla “prudenza”, poiché i risultati non garantiscono di poter creare “una coalizione coerente”. Il presidente, ha affermato una fonte ufficiale dell’Eliseo, “aspetterà la strutturazione della nuova Assemblée Nationale per prendere le decisioni necessarie. Il presidente, nel suo ruolo di garante delle istituzioni, veglierà sul rispetto della scelta sovrana dei francesi”.
Il Premier Attal annuncia le dimissioni
“Domani mattina presenterò le mie dimissioni“. È questa la reazione del premier francese Gabriel Attal che ha evidenziato che dal voto non è emersa alcuna maggioranza assoluta. “Questa sera nessuna maggioranza assoluta può essere data in mano agli estremi”, ha detto, rimarcando poi: “Grazie alla forza dei vostri valori siamo riusciti e siamo rimasti in piedi e solidi”
Da Mélenchon a Bardella: i primi commenti
Il primo a commentare l’esito elettorale è stato Jean-Luc Mélenchon, leader del partito di estrema sinistra La France insoumise: “Il Nuovo Fronte Popolare è pronto a governare”, ha affermato, “abbiamo ottenuto un risultato che ci dicevano fosse impossibile”. “È un enorme sollievo per gran parte del Paese”, ha continuato, sottolineando che “la volontà del popolo deve essere rigorosamente rispettata”. Poi l’attacco diretto a Macron: “Nessun accordo sarebbe accettabile. La sconfitta del Presidente della Repubblica e della sua coalizione è chiaramente confermata. Il presidente deve inchinarsi e accettare la sua sconfitta”. “Il presidente deve chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare”, ha aggiunto. “Il popolo ha votato secondo coscienza”, ha concluso. Un’avversione contraccambiata, dato che la maggioranza presidenziale ha più volte ribadito che non farà alcuna alleanza che comprenda Mélenchon e i melenchoniani e il premier Attal, l’ex primo ministro Edouard Philippe e il ministro degli esteri Sejourné hanno invocato anche dopo le elezioni un esecutivo che tagli fuori proprio la France Insoumise di Mélenchon.
Più misurato e ben più conciso il commento del leader dei socialisti, Raphael Glucksmann: “L’assemblea è divisa, comportiamoci da adulti”.
Diversi, e c’è da capirlo, i toni e le parole utilizzati dall’aspirante premier sconfitto, Jordan Bardella dopo il terzo posto del Rassemblement National: il partito, ha detto “raggiunge il risultato più importante di tutta la sua storia”.
“Purtroppo – ha continuato – l’alleanza del disonore e gli accordi elettorali di Emmanuel Macron e Gabriel Attal e l’estrema sinistra gettano la Francia nelle braccia di Mélenchon”. Bardella ha infine elogiato “la dinamica che sostiene il Rn, e che lo ha posto alla testa del primo turno” e gli permette di ottenere un numero di deputati storico. “Di fronte al partito unico”, ha detto, “questa sera tutto comincia”. “Sarò qui, per voi, con voi fino alla vittoria. Stasera è caduto un vecchio muro e nulla può fermare un Paese che ha cominciato a sperare”, ha concluso.
Solo poche parole da parte di Marine Le Pen, che parlando a Tf1 ha detto: “La marea continua a salire, la nostra vittoria è solo rimandata”.
(Ultimo aggiornamento: ore 23.35 del 7 luglio).