Si è spento all’età di 86 anni Jacques Chirac, per due mandati presidente della Repubblica francese e storico leader dell’RPR (il partito repubblicano di centrodestra), oltre che protagonista della scena politica transalpina per oltre 40 anni, durante i quali fu anche primo ministro sotto la presidenza di Giscard D’Estaing e sindaco di Parigi per quasi 20 anni, dal 1977 al 1995, quando fu eletto per la prima volta all’Eliseo. Chirac realizzò il sogno di una intera carriera il 7 maggio del 1995, diventando a 62 anni il 22esimo presidente della Repubblica, dopo aver fallito nel 1981, quando sfidò François Mitterrand (poi vincitore anche nel 1988) finendo però al terzo posto al primo turno, con solo il 17,9% dei voti.
Di Mitterrand diventò tuttavia primo ministro, dal 1986 al 1988, durante il famoso governo di “coabitazione”. Molto meglio andò a Chirac appunto nel ’95, quando al ballottaggio battè il socialista Lionel Jospin col 52,6% dei voti. Jospin diventerà a sua volta primo ministro durante una presidenza di segno opposto, quando nel 1997 Chirac sciolse le Camere dando vita a una nuova “cohabitation”. In quel governo entra anche il giovane Nicolas Sarkozy, che succederà a Chirac nel 2007 aprendo però – tra insuccessi politici e scandali giudiziari – la fase calante del movimento repubblicano.
Chirac si ricandidò presidente nel 2002 e fu rieletto (quello fu il primo mandato non più di durata settennale ma quinquennale, quindi il leader dell’RPR sedette all’Eliseo 12 anni e non 14 come il predecessore Mitterrand), stavolta però al balottaggio non arrivò contro Jospin ma contro il leader del Front National Jean-Marie Le Pen, di cui negli ultimi anni ha preso il testimone la figlia Marine. Per questo motivo, cioè per evitare una deriva estremista, la sua elezione fu questa volta addirittura un plebiscito: Chirac trionfò con oltre l’82% e diede vita a un secondo e ultimo mandato che aveva tre chiare priorità.
A ricordarle è Le Monde in un’editoriale che ammette che la sicurezza stradale, la lotta contro il cancro e la tutela delle disabilità furono oggettivamente tre successi dell’era Chirac. La stretta sul codice stradale portò a un calo del 43% delle vittime durante il suo mandato presidenziale, mentre sulla lotta al cancro Chirac investì diversi miliardi di euro nella prevenzione e nelle strutture ospedaliere, firmando peraltro nel 2006 la legge che vietava il fumo nei locali pubblici. E’ invece datata del 2005 la grande legge sull’accessibilità, considerata un punto di svolta nella modernizzazione del Paese.
Presidente discretamente amato dai francesi, di lui viene ricordata anche l’esultanza in occasione del trionfo della nazionale francese di calcio, nella Coppa del Mondo organizzata in casa e vinta per la prima volta nel 1998. Un’immagine che ha segnato un’epoca, paragonabile all’urlo mundial del nostro Sandro Pertini a Spagna ’82. Tuttavia, Chirac non mancò di essere anche lui travolto da scandali giudiziari, che ne hanno minato l’immagine al termine della sua esperienza all’Eliseo: il 15 dicembre 2011 il tribunale di Parigi gli infligge la pena di due anni di detenzione, con il beneficio della condizionale, per aver commesso i reati di sviamento di fondi pubblici, abuso di potere, interesse privato in atti d’ufficio e delitto di ingerenza. Già provato da problemi di salute, Chirac decise di non ricorrere nemmeno in appello.
“Nonostante le molte divergenze – ricorda Marine Le Pen omaggiando Chirac su Twitter – gli va riconosciuto di essere stato il presidente che si oppose alla follia della guerra in Iraq”. “Ha amato la Francia più di quanto abbiano fatto altri successivamente”, gli riconosce anche lo storico nemico Jean-Luc Melenchon, leader del partito di estrema sinistra France Insoumise.