Francesi, francesi. E ancora francesi nel business italiano. Anche se l'”invasione” non avviene proprio senza sussulti. Tra un colpo di scena inaspettato su Bulgari, appena fagocitata da Lvmh, il colosso del lusso del miliardario Bernard Arnault, e le difficoltà di un altro Paperone d’Oltralpe, Vincent Bolloré, habitué di Mediobanca, l’avanzata sui grandi gruppi italiani comporta anche qualche problemino.
Un fondo americano, azionista di minoranza del gruppo romano di alta gioielleria, ha presentato un esposto alla Consob: Paolo e Nicola Bulgari avrebbero consegnato via l’Opa di un mese fa 57mila azioni in più di quanto previsto. E per questi titoli sarebbe stato pagato un sovrapprezzo di 1,2 euro rispetto ai 12,25 euro fissati dall’operazione. Si tratterebbe di una svista, ma i fondi (che detengono ancora il 25% del capitale) ora battono cassa. Le 57mila azioni rappresentano ben poco rispetto agli oltre 150 milioni interessati dall’Opa, ma Arnault deve risolvere il problema. E forse rimettere mano al portafogli.
Veniamo a Bolloré. Il direttivo del patto di sindacato di Mediobanca ha dato il via libera nei giorni scorsi alla riduzione dei membri del comitato nominbe da sei a cinque, lasciando più spazio ai consiglieri indipendenti. La modifica si traduce in una perdita di peso da parte di Bolloré e del gruppo estero del patto. “Nagel e Pagliaro sono molto efficienti e quindi è normale lasciarli lavorare come vogliono”, ha sottolineato (a denti stretti) Bolloré. In un certo senso finisce un’epoca.
Altrove, invece, i francesi aprono nuove epoche. Oggi è stata la prima volta di Bruno Lescoeur, nuovo amministratore delegato di Edison, che ha presieduta il Cda della società, controllata da Edf e da A2a, con la presentazione dei conti semestrali. Lescoeur deve gestire il probabile divorzio fra il socio italiano e Edf, che vuole diventare il vero e unico padrone in casa Edison. Il manager, assai riservato, è conosciuto soprattutto per essere un fidelissimo di Henri Proglio, ai vertici di Edf, che vuole a tutti i costi prendersi una rivincita con l’operazione sui contratti per la costruzione di nuove centrali nucleari che gli sono poraticamente sfuggiti di mano dopo l’esito del referendum in Italia.
Nei prossimi giorni, in occasione della presentazione della semestrale di Parmalat un altro fedelissimo compare sulla ribalta. Si tratta di Yvon Guerin, il nuovo ad del gruppo italiano. Il manager, da una vita in Lactalis, il nuovo “padrone” in casa Parmalat, è uno dei consiglieri fidati del misterioso ed enigmatico Emmanuel Besnier, della famiglia che possiede il colosso francese di latte e derivati.