Il nuovo Presidente dell’Anga, l’associazione che riunisce i giovani di Confagricoltura è siciliano, ha 33 anni, non è l’erede di una azienda di famiglia ma un imprenditore che ha scelto l’agricoltura come suo futuro. A Mastrandrea First&Food ha chiesto un “autoritratto” che definisca anche quali sono le linee che guideranno la sua azione al vertice dei giovani di Confagricoltura.
“Gestisco 40 ettari a vocazione olivicola in provincia di Messina, a Tusa e Capo d’Orlando, sulle colline di fronte all’arcipelago delle Isole Eolie. Mi sono specializzato nella produzione di olio extravergine di oliva da cultivar autoctone della Sicilia tirrenica. E, dopo aver completato gli studi economici ed essermi impegnato come consulente aziendale, ho scelto di scommettere sull’agricoltura a tutto tondo, entrando a far parte di quel nutrito gruppo di “under35”: più di 3.500 giovani l’anno, che scelgono di cambiare vita e impegnarsi nel settore primario.
“Oggi non posso pensare ad un lavoro diverso, sono fiero di essere diventato agricoltore: ho costruito, praticamente da zero, la mia azienda agricola. L’assenza di una tradizione familiare alle spalle mi ha portato ad affrontare un mondo sconosciuto da un punto di vista professionale ed imprenditoriale. Ho iniziato in modo graduale, attento a non fare il passo più lungo della gamba, e ho avuto anche momenti complicati, che mi hanno spinto ad approfondire tutte le tematiche di sviluppo e a interfacciarmi con le problematiche che ogni giorno affrontiamo.
Punto sull’agricoltura imprenditoriale, innovativa e internazionale, con un occhio attento alla sostenibilità e alle nuove tecnologie, perché solo con questa mentalità riusciremo ad incidere in maniera significativa per riposizionare il nostro settore, che merita tutte le opportunità e le attenzioni degli altri comparti economici.
Il giovane imprenditore deve puntare in alto, potendo contare sulla ricerca, sulla rintracciabilità del prodotto, sulla sostenibilità, sulla tecnologia, con una visione europea e globale del settore primario. In questo triennio, come presidente dei giovani di Confagricoltura, il mio obiettivo, che porterò avanti assieme alla mia squadra, è quello rendere l’Associazione sempre più orientata alla crescita personale e professionale degli associati e dei giovani che fanno o faranno impresa nel nostro settore.
Per fare questo servono strumenti per la valorizzazione delle aziende, che partano dalla formazione specialistica alla facilitazione dei link di filiera e che permettano a tutti gli imprenditori di poter fare al meglio il loro lavoro con produzioni sostenibili e di qualità, che diano soddisfazione sia a chi li produce, sia a chi li consuma. Noi da giovani e da imprenditori viviamo sulla nostra pelle il momento delicato per il sistema economico italiano in generale e soprattutto per il comparto agricolo.
Le congiunture globali mettono a dura prova le nostre aziende e il nostro futuro. Non vogliamo però arrenderci, perché il nostro lavoro non solo è il nostro presente e futuro, ma ha il vantaggio di essere, al tempo stesso, affascinante e importantissimo, perché produciamo quello che per tutto il mondo è alla base dell’esistenza: il cibo. E da questo dobbiamo partire non solo per produrlo sempre meglio in chiave di qualità e di sostenibilità, restituendo il valore aggiunto che merita in funzione anche di reddito, ma soprattutto per fare entrare a pieno titolo nel pensiero della collettività che l’agricoltura non è l’anello debole della catena alimentare, ma quello forte. E che le va data l’attenzione che merita”.