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Foundation Louis Vuitton, a settembre apre la mostra “Pop Forever Tom Wesselmann &…” tra passato, presente e futuro

Terminati i giochi olimpici, Parigi lascerà il palco internazionale dello spettacolo sportivo per riprendere ad offrire altre manifestazioni culturali; i musei e le fondazioni si prestano ad offrire già da settembre una bella programmazione di mostre ed eventi

Foundation Louis Vuitton, a settembre apre la mostra “Pop Forever Tom Wesselmann &…” tra passato, presente e futuro

La Fondazione Louis Vitton dal 16 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025, presenterà “Pop Forever, Tom Wesselmann &…”, una mostra dedicata alla Pop Art, uno dei principali movimenti artistici degli anni ’60.

La mostra sarà incentrata su Tom Wesselmann (1931-2004) – una delle figure di spicco del movimento – attraverso una selezione di 150 dipinti e opere in vari materiali. La mostra presenterà anche 70 opere di 35 artisti di diverse generazioni e nazionalità che condividono una sensibilità comune per il “Pop” – dalle sue radici dadaiste alle sue manifestazioni contemporanee, e dagli anni ’20 ai giorni nostri. Oltre alle opere di Tom Wesselmann, la mostra includerà opere di Derrick Adams, Ai Weiwei, Njideka Akunyili Crosby, Evelyne Axell, Thomas Bayrle, Frank Bowling, Marcel Duchamp, Rosalyn Drexler, Sylvie Fleury, Lauren Halsey, Richard Hamilton, David Hammons , Jann Haworth, Barkley L. Hendricks, Jasper Johns, KAWS, Kiki Kogelnik, Jeff Koons, Yayoi Kusama, Roy Lichtenstein, Marisol, Tomokazu Matsuyama, Claes Oldenburg, Meret Oppenheim, Eduardo Paolozzi, Robert Rauschenberg, Martial Raysse, James Rosenquist, Kurt Schwitters, Marjorie Strider, Do Ho Suh, Mickalene Thomas, Andy Warhol, Tadanori Yokoo…

I curatori della mostra Dieter Buchhart e Anna Karina Hofbauer

Più di una semplice retrospettiva, Pop Forever, Tom Wesselmann &… contestualizzerà il lavoro di Tom Wesselmann all’interno della storia dell’arte e offrirà prospettive affascinanti sulla Pop Art, passato, presente e persino futuro. Alla fine degli anni Cinquanta, la Pop Art si diffuse su entrambe le sponde dell’Atlantico, in Nord America e in Europa. Fumetti, pubblicità, cinema, celebrità, robot da cucina e tabloid divennero tutti soggetti pittorici. Quando non erano dipinti veri e propri, erano immagini fotografiche incollate o riprodotte meccanicamente sulla tela. La Pop Art celebra, con una certa ambiguità, il connubio tra arte e cultura popolare, tra musei e gallerie e l’industria culturale. Senza manifesto e senza confini, la Pop Art denomina un’estetica che si estende ben oltre il regno artistico e prevale fino ad oggi. È difficile dire quando abbia inizio la Pop Art, e sicuramente impossibile chiuderne il capitolo.

È questa premessa di una Pop Art senza tempo, “Pop Forever”, che sarà presentata in una duplice mostra che è allo stesso tempo una retrospettiva e una mostra tematica. Tom Wesselmann è immerso nel clima intellettuale ed estetico dell’era “Pop” da cui è emerso il suo lavoro, e che continua a incorniciarlo ancora oggi.

Nato nel 1931, Tom Wesselmann ha iniziato a dipingere alla fine degli anni ’50

Sebbene ammirasse l’impatto visivo dei pittori astratti americani, abbracciò il vocabolario iconografico del suo tempo, incorporando pubblicità, cartelloni pubblicitari, immagini e oggetti nel suo lavoro. Ha perseguito consapevolmente i generi classici della pittura (natura morta, nudo, paesaggio) ampliando al contempo gli orizzonti della sua arte, sia in termini di soggetto che di tecnica. A metà tra pittura e scultura, le sue opere incorporano anche elementi multimediali (luce, movimento, suono, video). Quanto alle sue enormi e spettacolari Standing Still Lifes, al crocevia tra pittura e installazione, introducono un formato finora inedito.

Con opere che vanno dai primi collage di Wesselmann del 1959 alle sue nature morte in rilievo di grandi dimensioni, ai suoi paesaggi – che si trovano ai margini dell’astrazione – e ai suoi Sunset Nudes del 2004, la mostra si estenderà su tutti e quattro i piani dell’edificio della Fondazione.

La mostra, che sarà collegata cronologicamente alle opere e ai temi di Wesselmann, utilizzerà il lavoro dell’artista come punto di partenza per sviluppare una presentazione più generale della Pop Art. I suoi Great American Nudes saranno in dialogo con le icone americane dei suoi contemporanei (Evelyne Axell, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Marisol, Marjorie Strider, Andy Warhol). Le radici dadaiste della Pop Art (Marcel Duchamp, Kurt Schwitters) saranno i precursori dei suoi grandi collage. Le sue rappresentazioni dei beni di consumo prefigurano le rappresentazioni delle merci nell’era della globalizzazione di Jeff Koons o Ai Weiwei. Infine, i suoi nudi e le scene intime domestiche saranno rispecchiati da nuovi lavori di una nuova generazione, alcuni dei quali (Derrick Adams, Tomokazu Matsuyama, Mickalene Thomas) sono stati creati appositamente per la mostra.

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