X

Fotografia: Steve McCurry dall’Afghanistan all’India

Esseci


Tra gli ambienti protagonisti dell’attività di Steve McCurry troviamo, l’Afghanistan con foto a partire dal 1992 con un ritratto inedito ed emozionante di Kabul, città martoriata da oltre 15 anni di conflitto.

Della capitale e dell’Afghanistan il fotografo ci racconta gli episodi di violenza e di segregazione; ma tra le pagine di una delle zone più martoriate del pianeta affiora immancabile l’umanità. I minatori di Pol-e-Khomri, il fotografo ritrattista di strada a Kabul o i bambini che affollano il bagagliaio di una Chevrolet degli anni ’50 sono solo alcuni degli incantevoli momenti di vita con cui McCurry riesce sempre ad emozionare.

Sharbat Gula, Peshawar, Pakistan, 1984 ©Steve McCurry

In mostra incontriamo l’India, dal ritratto della madre con il figlio che guarda verso l’interno di un taxi ai malsani cantieri di demolizione delle navi, McCurry ci racconta la vitalità e la complessità di un paese che ha attraversato però da pesanti contraddizioni. Luoghi affollatissimi dove la miseria e ricchezza convivono, inibendo così la percezione delle ingiustizie che possiede un occidentale. La passione del fotografo per questo paese avviene con il suo trasferimento nel paese all’età di 28 anni (1978). Da questo paese provengono infatti alcuni degli scatti di personaggi che lo stesso artista identifica come amici: l’anziana signora di Vrindavan, il mago del Rajasthan con la barba decorata di arancione o il sarto che trasporta la sua macchina da cucire in piena stagione di monsoni. (Foto in copertina)
Una foto dell’India, in particolare, rivela il grande talento di McCurry. Si tratta della rappresentazione di uno dei monumenti più visti e fotografati al mondo: il Taj Mahal.

Dall’India e dai paesi limitrofi provengono altri importanti scatti realizzati per raccontare il fenomeno atmosferico : il monsone. Dalle persone immerse nell’acqua fino al collo, alle donne del Rajasthan che si proteggono dalle tempeste di sabbia. Del monsone McCurry ci racconta anche l’aspetto meno clamoroso, con persone che svolgono le loro mansioni quotidiane sotto il diluvio.
Altro protagonista di McCurry vede invece il buddismo. Tra le immagini esposte in mostra troviamo i grandi mausolei come la pagoda di Mingun, la Roccia d’oro di Myanmar in Birmania e il complesso monumentale di Angkor in Cambogia. Accanto ai capolavori architettonici, McCurry inserisce molti scatti di fedeli buddisti provenienti da diversi paesi: come i piccoli monaci in un campo profughi in India , gli acrobatici monaci shaolin residenti in Cina e i tibetani.

L’evento curato da Biba Giacchetti, vuole essere un viaggio privo di coordinate limitanti, quanto piuttosto un viaggio onirico tra le icone del fotografo.

Related Post
Categories: Arte