Fino al 17 giugno 2018, Palazzo Magnani di Reggio Emilia ospita la mostra SEX & REVOLUTION! Immaginario, utopia, liberazione (1960-1977) che indaga la genesi delle trasformazioni nel modo di concepire e vivere la sessualità tra gli anni ’60 e ’70, attraverso oltre 300 reperti d’epoca: sequenze cinematografiche, fotografie, fumetti, rotocalchi, libri, locandine di film, brani musicali, installazioni multimediali, ambientazioni con oggetti di design, musica e molto altro.
La rassegna, curata da Pier Giorgio Carizzoni, sotto la direzione scientifica di Pietro Adamo, docente all’Università di Torino, promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con l’Associazione Culturale Dioniso, è uno degli appuntamenti principali della XIII edizione di Fotografia Europea, che quest’anno ruota attorno al tema RIVOLUZIONI – Ribellioni, cambiamenti, utopie.
La mostra si apre con un’analisi dell’ambito filosofico e culturale entro cui è nata e si è sviluppata la rivoluzione sessuale: dagli studi freudiani di fine Ottocento alle ricerche di Wilhelm Reich, di cui verrà presentato l’orgonometro, misuratore di quella particolare forma di energia, detta ‘orgonica’, scoperta dallo stesso Reich negli anni Trenta del Novecento, alle prime ricerche di sessuologia di autori quali Alfred Kinsey, fondatore dell’Institute for Sex Research all’Università dell’Indiana, Albert Ellis, Frank Caprio, agli studi di Herbert Marcuse, che aprirono la strada a rilevanti battaglie politiche e culturali che, dalla metà del secolo scorso, sono state il preludio alla stesura di opere letterarie, cinematografiche e artistiche.
Un ruolo di rilievo è affidato all’approfondimento del rapporto tra sesso e letteratura attraverso fondamentali romanzi come l’Ulisse di James Joyce, L’amante di Lady Chatterleydi David Herbert Lawrence, Tropico del Cancro di Henry Miller, Sputerò sulle vostre tombedi Boris Vian, e i percorsi della censura e dei processi che colpirono autori quali i citati Lawrence e Miller, ma anche William Burroughs e il nostro Vitaliano Brancati.
La prima sezione si chiude con l’illustrazione di alcune pratiche sociali che hanno caratterizzato la rivoluzione sessuale: la legittimazione della contraccezione e dell’aborto; la diffusione di libero amore, scambismo, coppia aperta e nudismo; la progressiva accettazione sociale dell’omosessualità maschile e femminile; il proliferare della pornografia.
I mutamenti di costume innescati da questi processi culturali – tra gli anni cinquanta e sessanta – favoriscono la creazione di prodotti cinematografici ed editoriali fortemente innovativi. In mostra le prime copertine di riviste internazionali come Playboy e Penthouse, delle omologhe italiane Playmen e Le Ore, ma anche i volumi dell’Olympia Press, la casa editrice americana fondata nel 1953 con sede a Parigi, che ha pubblicato, senza censura, alcuni romanzi erotici della Beat generation. Sono esposte anche rare edizioni italiane di audaci classici del passato, talora in versione semiclandestina, oltre a spezzoni di film con la comparsa dei primi nudi su grande schermo. Di questi stessi anni, quali evidenti segnali dei mutamenti in atto, sono proposte sequenze di celebri film e documentari diretti da maestri della settima arte come Bergman, Kazan, Wilder, Antonioni.
Negli anni Sessanta della protesta studentesca, delle femministe e dei movimenti di liberazione omosessuale, gli scrittori della Beat generation e della controcultura hanno portato nei media, nella vita quotidiana e nella coscienza collettiva i temi della liberazione del corpo, della funzione gioiosa dell’erotismo, di un più equilibrato rapporto uomo-donna, diffondendo stili di vita alternativi e vincendo la resistenza di legislatori conservatori e associazioni impegnate nella salvaguardia della moralità.
S’inserisce qui un’interessante sezione sull’abbigliamento attraverso l’esposizione di alcuni indumenti iconici come la minigonna, rappresentata da immagini della sua creatrice Mary Quant.
Uno degli effetti d’impatto culturale è stato l’avvento di una pornografia di massa progressivamente legalizzata. Dalle esperienze dei primi nudi integrali si passa man mano ai prodotti hard core, che trovano spazio in riviste a larga diffusione, ma anche nel mondo del fumetto e soprattutto nel cinema.
Agli inizi degli anni Settanta si verifica un boom del sesso su grande schermo con l’apertura e la diffusione dei cinema a luci rosse che proiettano pellicole a contenuto hard; di questa stagione la mostra offre una ricca documentazione che comprende le prime riviste hard scandinave, filmini in super 8, le pubblicazioni italiane nel passaggio dal soft all’hard, i più celebri libri a luci rosse del periodo nonché un montaggio ragionato dei primi film porno di maggior successo.
Tuttavia, l’affermazione della pornografia ha messo in evidenza le maggiori criticità della rivoluzione sessuale e dei suoi esiti: una sessualità virata sull’occhio maschile, la persistenza delle gerarchie dei ruoli, l’accento prevalente sul consumo dei materiali proposti a scapito dell’esperienza di vita.
La mostra, attraverso postazioni audio-video, fotografie, manifesti originali, libri e riviste analizza come la sessualità, finalmente liberata, abbia influenzato buona parte della cultura e della società. La musica, con le canzoni dal tono e dal testo esplicito come Je t’aime… moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, o Love to love you babe di Donna Summer, o il reiterato No no no di Sabina Ciuffini. Il teatro, con i musical Hair, Oh Calcutta, The Rocky Horror Show. Il cinema d’autore, che va verso il sesso esplicito, con brani tratti da La Bestia di Borowczyk, Le farò da padre di Lattuada, Novecento di Bertolucci, L’impero dei sensidi Oshima e altri. Il fumetto, con Sukia, Jacula e numerosi altri. La televisione italiana, con la ‘scandalosa’ esibizione di Ike e Tina Turner a Studio uno, la scena censurata sul divorzio nella riduzione televisiva del David Copperfield, il servizio sul Crazy Horse di Parigi nella trasmissione Odeon, il primo documentario su un processo per stupromandato in onda dalla RAI. La letteratura, con autori quali Philip Roth, Alberto Moravia, o casi letterari come i best-seller Porci con le alie Paura di volare. La fotografia, con immagini d’archivio di alcuni tra i più significativi protagonisti di quei grandi mutamenti e con opere d’autore come quelle di Paola Mattioli e Angelo Frontoni.
LE SEZIONI DI MOSTRA
Sezione I – Sessuologia e filosofia
Alle origini della rivoluzione sessuale: Wilhelm Reich – L’impatto della nuova sessuologia – Sesso e letteratura – Il romanzo erotico sotto processo – I teorici: Herbert Marcuse e Norman Brown – Gli autori e i temi della rivoluzione sessuale – Le nuove pratiche sociali
Sezione II – Editoria e cultura tra anni Cinquanta e Sessanta
Playboy e gli altri – Le avventure della Olympia Press – L’editoria erotica esce dalla clandestinità – La sessuologia pop – Il cinema: nudi, censure, processi – Documentari e inchieste
Sezione III – L’underground
I beat e il libero amore – La stampa della controcultura – Vestire e svestire il corpo: la minigonna e i suoi colleghi – Sex drugs rock’n roll – La rivoluzione sessuale a teatro – Le femministe e i movimenti di liberazione gay
Sezione IV – La pornografia
La legittimazione della pornografia in Scandinavia – L’editoria alla scoperta dell’hard: dalla scienza alla letteratura – Dal super8 al cinema – L’invasione del porno di carta – La Golden Age delle luci rosse al cinema – Le critiche: dalla rivoluzione sessuale all’hard core, e viceversa
Sezione V – La rivoluzione sessuale: vittoria o sconfitta?
La censura perde colpi … ma non sempre – Il cinema d’autore verso l’esplicito: 1974-1977 – Letteratura e rivoluzione sessuale – La TV italiana tra censura e audacia – La rivoluzione sessuale sotto accusa
Immagine: Alice ed Ellen Kessler, 1975 © Angelo Frontoni / Cineteca Nazionale–Museo Nazionale del Cinema