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Fotografia, ma chi era Duncan?

Duncan si è spento lo scorso giugno all’età di 102 anni ed èstato uno dei maggiori fotografi della rivista Life negli anni Quaranta e Cinquanta. Poi aveva cominciato a cercare nuovi linguaggi fotografici, una sua nuova linea. Un giorno decise di recarsi in Francia meridionale  e qui conobbe Pablo Picasso e strinse un’amicizia che sarà poi destinata a durare per lungo tempo.

Picasso non nascose mai il suo scetticismo nei confronti della fotografia e diceva “La difficoltà sta qui” indicando l’obiettivo della macchina fotografica.  Mentre Duncan rispondeva “é vero, anche l’oggetto trasmesso attraverso l’obiettivo finisce per dominare il fotografo. Egli può manipolare questa realtà solo in parte. Può sfumarla, filtrarla, aumentare il tempo di esposizione, correggerla durante lo sviluppo e la stampa. Ma il pittore è più liber. L’ingegno umano, nella pittura, svolge un ruolo più ampio”.

Ducan però capiva che bisogna dare più cervello alla macchina fotografica e fu in occasione di una visita alla mostra Photokina di Colonia nel 1962 che trovò quello che cercava. Si trattava di un prisma che dava effetti speciali, progettato da una ditta di Berlino Per le macchine da presa cinematografica. Parlò con i tecnici della ditta, poi passò un’intera settimana nella fabbrica a controllare di persona la preparazione di 17 prismi e lenti, con relativi dispositivi necessari per inserirli nella sua normalissima macchina fotografica da 35 millimetri.

Le lenti hanno forme e schemi incisi nel vetro ottico di cui sono costituite. Usate insieme ai prismi, possono scomporre  la relativa e ricomporre i frammenti in un ordine del tutto diverso, proprio come potrebbe fare un pittore.

Fino al 1972, il Whitney Muse7m of America Art di New York non aveva mai esposto opere di fotografia, ma questo stesso anno decise di dedicare un intero piano alla mostra personale proprio a Duncan. Tra le opere esposte, 12 a colori con la tecnica prismatica, spiccavano altre 100 immagini straordinariamente realistiche che lo stesso fotografo aveva scattato in Vietnam e Corea.

Il libro è stato pubblicato in Italia, con il titolo Prismatiche – Alla scoperta di una Parigi sconosciuta – Fratelli Fabbri Editori [1973].

Ed è così che Parigi ci appare trasformata da Duncan in un’immagine come legame fra realtà è astrazione. Una storia già scritta che si rivela indicando la strada persa che si ricongiunge.

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Categories: Arte