La sostenibilità ambientale e la fotografia. Un legame che di anno in anno vede crescere l’osservazione di tanti fotoreporter sui cambiamenti climatici e gli effetti sull’ecosistema. I loro lavori sono un indubbio contributo alla sensibilità sociale ed alla presa di coscienza di migliaia di persone. Negli Usa le rassegne e i premi tematici sono diffusi da anni, perché la potenza delle immagini, dei documentari, è stata capita sin dalle prime crisi climatiche. Gli incentivi a fare di più e meglio dovrebbero arrivare anche direttamente dai governi. Ma solo pochi Paesi al mondo si distinguono. Documentare l’esistente resta l’arma vincente per ottenere trasformazioni di ogni tipo. E sempre più spesso misurarsi con il valore artistico di foto, docufilm, retrospettive, diventa salutare anche per coloro che il pianeta lo devono salvare con decisioni politiche appropriate. Nei giorni della Cop26 la forza delle immagini, degli scatti da tutto il mondo hanno fatto risvegliare anche nei più timidi la necessità di fare qualche cosa per salvare il pianeta. Foto non solo di artisti e documentaristi, ma di tanta gente comune; di giovani attisti che assurgono a valore.
Da tre anni in Italia esiste l’Italian Sustainability Photo Award (ISPA) premio fotografico ideato per sensibilizzare l’opinione pubblica intorno all’acronimo “ESG” Environmental, Social e Governance. L’idea di partenza è venuta all’Agenzia Parallelozero ed alla società PIMCO, leader nella gestione del risparmio. Ai risparmiatori che si avvicinano alla Società viene presentato un biglietto da visita seducente in armonia con la difesa dell’ambiente. La seconda edizione del Premio si è appena conclusa a Milano con la proclamazione dei vincitori: Matteo de Mayda, Michele Lapini, Jean Marc Caimi e Valentina Piccinni. Immagini d’impatto sullo scioglimento dei ghiacci, diffusione di batteri killer, resilienza di fronte alla tragedia della tempesta Vaia che ha colpito il Nord Est: questi i principali focus. La giuria presieduta dalla giornalista Tiziana Ferrario era composta da Martina Bacigalupo (direttrice della fotografia del magazine francese 6Mois), Renata Ferri (photo editor di iO Donna/ RCS), Lars Lindemann (direttore della fotografia di GEO Magazin Germania) e Luca Locatelli (fotografo). Criticità italiane che proiettano il Paese dentro un malessere globale.
Le categorie premiate con contributi economici a Milano sono state tre. 1500 euro per la miglior foto a Michele Lapini per un’immagine scattata al Ghiacciaio Presena, che ogni estate “viene protetto dalla fusione dovuta alle alte temperature attraverso l’applicazione di teli geotessili capaci di riflettere i raggi del sole”. 10mila euro per Matteo de Mayda con il suo reportage “There is no calm after the storm”, sulla tempesta Vaia sui paesaggi dolomitici. La testimonianza di un evento estremo sconosciuto all’Italia, che nel 2018 abbatté milioni di alberi. Su quel disastro De Mayda ha costruito un progetto che vuole documentare cause, responsabilità e opportunità. Il premio di 3500 euro per la migliore storia fotografica è andato, invece, al duo Jean Marc Caimi e Valentina Piccinni. Hanno lavorato sui “germogli della salvezza” in Puglia dove alcuni agronomi e coltivatori, sono impegnati a combattere la Xylella Fastidiosa creando un super Ulivo resistente alla malattia.
Alessandro Gandolfi, manager di PIMCO, dice che “i temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance emergono sempre più tra le richieste e le priorità degli investitori sia professionali che privati”. Ma sarebbe buona cosa se anche il Ministero della Cultura si facesse carico di promuovere qualche progetto specifico a favore di fotografi che osservano i disastri ambientali. Un ambiente malato, purtroppo, da’ un senso a queste iniziative che incontrano il mondo degli affari, dell’economia ,delle istituzioni. La parte osservativa é uno stimolo all’impegno che coinvolge industrie, finanza, potere politico. Il messaggio dell’ISPA e dei premiati invoglia anche un semplice appassionato di fotografia a puntare l’obiettivo su emergenze diffuse. Diventano un allarme generale per intervenire.