Un racconto inedito quello di Fati Abubakar, nigeriana e Kooi Onaka, giapponese, artisti di fama internazionale, che ci portano ad osservare una natura incontaminata, l’architettura e il capitale umano di un luogo affascinante come la montagna della Valle D’Aosta, giá meta di tanti fotografi da sempre che hanno documentato oltre al Monte Rosa anche i borghi e gli antichi castelli,la cultura e le tradizioni walser: la regione di Gressoney.
La mostra è in programma fino al 22 aprile 2019 al Museo regionale della fauna alpina Beck Peccoz a Gressoney-Saint-Jean.
Fati Abubakar ha visitato per la prima volta Gressonay lo scorso luglio ed è l’unica fotografa nigeriana di sesso femminile dello Stato del Borno, in Nigeria. Fotografa documentarista, fotoreporter e operatrice umanitaria nel campo della salute pubblica. Nigeriana, classe 1986, è nata e cresciuta a Maiduguri, nello Stato del Borno. Ha una laurea infermieristica e un master in sanità pubblica e promozione della salute. Utilizza la fotografia come mezzo per documentare la realtà, le culture, i conflitti, la povertà urbana, lo sviluppo rurale ed evidenziarne i problemi a livello comunitario. Il suo obiettivo è quello di dare voce agli “ultimi”. Nel 2015 ha intrapreso un progetto personale per raccontare il territorio dal quale proviene, al tempo di Boko Haram: “Bits of Borno“, pubblicato sul canale Instagram omonimo. Isuoi progetti sono stati pubblicati da New York Times, Cnn, Bbc, Reuters, Voice of America. Fati Abubakar ha anche lavorato su commissione per Unicef, International Alert, Action Aid.
Koji Onaka invece ha soggiornato a Gressoney lo scorso settembre ed è un fotografo giapponese attivo sulla scena artistica internazionale da più di 35 anni. Originario di Fukuoka, dopo essersi avvicinato alla fotografia grazie al maestro Daido Moriyama, nel 1982 si laurea al Tokyo Photograph College (ora Tokyo Visual Arts). Sulle tracce di Moriyama inizia a frequentare la galleria CAMP, fondata dal maestro di Ikeda e qui, nel 1983, espone per la prima volta un suo lavoro dedicato ai ricordi perduti dell’infanzia. Nel 1988 apre a Tokyo la Galleria Kaido, uno spazio personale dove esporre le sue opere, tra cui una serie di 32 mostre lungo un periodo di 4 anni “Seitaka-awadachiso”, al termine delle quali pubblica il suo primo libro fotografico. Le sue immagini a colori e in bianco e nero, catturate nelle sue esplorazioni del Giappone rurale durante i frequenti viaggi, hanno conquistato estimatori in patria e all’estero. Il suo lavoro, esclusivamente realizzato su pellicole sviluppate e stampate dall’artista, è apparso in svariate mostre, personali e collettive, in Giappone e in Europa. Koji Onaka, accanto al suo lavoro personale, supporta i giovani fotografi giapponesi: è stato responsabile della galleria Kaido e della rivista fotografica che porta lo stesso nome ed è inoltre curatore ed editore.
Il progetto del Comune di Gressoney-Saint-Jean, è stato ideato e prodotto dall’agenzia creativa Spacenomore.
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