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“Forza Italia dopo Berlusconi: il futuro è nelle mani di Marina”. Parla Roberto D’Alimonte

Imagoeconomica

Ora che Silvio non c’è più, cosa sarà della sua creatura politica? Forza Italia potrà sopravvivere oppure si avvierà verso una erosione più o meno lenta? E quali conseguenze potranno esserci per la stabilità del Governo e per la leader Giorgia Meloni dopo la morte di Berlusconi?

Certo è presto per avere tutte le risposte. Ma qualche ragionamento si può già iniziare a fare. Lo abbiamo chiesto al prof. Roberto D’Alimonte, politologo che insegna alla LUISS di Roma, commentatore autorevole de Il Sole 24 Ore, che sta già studiando il problema di che fine faranno i 2 milioni 230 mila voti presi da FI nelle elezioni del settembre scorso. 

“Credo – dice D’Alimonte – che l’ipotesi più probabile sia che Forza Italia si frantumi. Oggi è impossibile dire se si tratterà di una implosione rapida o di una lenta erosione. FI per le sue caratteristiche ha bisogno di un Berlusconi sia per tenere coesi gli eletti sia per mantenere la fiducia degli elettori. Quindi bisognerà vedere che cosa vorrà fare la figlia Marina che però ha detto più volte di non avere interesse a scendere in campo“.

Però Marina negli ultimi tempi ha preso posizioni politiche molto forti. Di recente ha contribuito a rafforzare l’ala governista del partito indicando il capogruppo alla Camera e dando anche indicazioni per le strutture locali del partito. 

“Si, c’è stato da parte di Marina un ruolo più attivo rispetto al passato. Sembra che la sua intenzione sia quella di ispirare la politica del partito stando dietro le quinte. Ma dubito che una simile scelta  possa funzionare. Quando si va alle elezioni se non c’è un leader che ci mette la faccia i voti non arrivano“. 

Al momento non sembra che ci siano altri membri della famiglia disposti a  prendere l’eredità politica del Cavaliere. E allora, senza un leader che porta il nome di Berlusconi, FI va verso l’estinzione? 

 “Oppure potrebbe essere la stessa Marina che, rimanendo dietro le quinte, porta in tutto o in parte quegli oltre due milioni di voti alla Meloni. Escludo che possano esserci accordi per una fusione con Salvini. E anche Renzi credo che abbia ben poco da offrire sia agli eletti che agli elettori berlusconiani. Forse un qualche ruolo può essere giocato dalla così detta quarta gamba dei moderati di Lupi. Ma l’ipotesi vera rimane quella di guardare verso Meloni. La quale peraltro se vorrà approfittare dell’occasione per cambiare la sua immagine sulla scena internazionale dovrà compiere passi verso la trasformazione del suo partito in un partito conservatore e non caratterizzato da un eccesso di estremismo di destra. Insomma un partito di centro moderato. Ma anche questa non sarà una trasformazione indolore. Come potrebbero reagire gli esponenti della vecchia destra affezionata alla fiamma che discende da Almirante? “ 

Nella destra tutto dovrà mettersi in movimento. Questo farà correre rischi al Governo? Qualcuno già parla di una crisi e della formazione di un governi tecnico. Le sembra una ipotesi realistica? 

“Escludo un rischio di crisi di Governo. Mi sembrano ipotesi fantasiose di qualche giornalista. Ci sarà sicuramente un rimescolamento all’interno della coalizione, ma non penso proprio che gli eletti di Forza Italia possano passare nelle file del PD o dei 5 Stelle. Molto dipenderà anche dai risultati delle prossime prove elettorali“. 

E però le elezioni europee saranno tra circa un anno. Un tempo lungo per la politica italiana.

“No, ci sono prove elettorali ravvicinate. Tra due settimane si vota in Molise dove FI ha preso l’11% alle politiche e ora ha un proprio uomo come candidato presidente, che oltre tutto è stato anche male e non fa campagna elettorale. Vedremo come andrà. L’emozione per la morte del cavaliere, potrebbe anche giocare a suo favore. Poi ci saranno le elezioni in Piemonte dove il Governatore uscente è di Forza Italia. Infine si arriverà alle europee dove si vota con il sistema proporzionale che non favorisce gli apparentamenti“. 

E la sinistra non può approfittare di questa fase di trasformazione con qualche possibile tensione nel centro destra? 

“Non credo proprio, il polo di sinistra non c’è. Conte ha rifiutato il campo largo e ha detto che con il PD non vuol fare alleanze strategiche. Per il momento non c’è una vera alternativa al polo di destra-centro che Governa e che può affrontare questo imprevisto con una relativa tranquillità“.

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