“Chi non crede in Forza Italia è libero di andarsene”. Silvio Berlusconi non si piega e a meno di 24 ore dal consiglio nazionale decisivo per il Pdl – che subirà una metamorfosi inversa nel vecchio partito – rilancia contro Angelino Alfano e i suoi governativi. La rottura ufficiale, insomma, è un’ipotesi più che concreta.
Insieme al guanto di sfida, tuttavia, il Cavaliere tira anche un salvagente: “E’ indispensabile restare uniti e lavorare insieme – si legge in una lettera inviata dall’ex Premier ai parlamentari pidiellini –, non comprendo le divisioni. Domani sarà l’occasione per confrontarci e discutere. Come si fa in ogni famiglia. Ognuno porterà le sue idee. Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo al disegno comune. Con civiltà, senza pregiudizi, senza retropensieri. Domani dal palco del consiglio nazionale ripeterò quello che ho già detto più e più volte, fino allo sfinimento. Forza Italia è la casa di tutti, di coloro che hanno contribuito a fondarla, di coloro che si sono spesi per farla crescere, di quelli che vi hanno aderito o decideranno, spero, di aderirvi nel prossimo futuro”.
Intanto, oggi Berlusconi ha ricevuto a Palazzo Grazioli ancora una volta il vicepremier e il ministro Maurizio Lupi. Tutti i parlamentari filogovernativi si riuniranno alle 16.30 per discutere dell’incontro con il Cavaliere oltreché del suo messaggio.
Martedì Alfano aveva posto al Cavaliere due condizioni per sanare la frattura: il nuovo partito dovrà avere una struttura democratica (incarichi, candidature e cariche da stabilire con le primarie, fatta salva l’intoccabile leadership berlusconiana) e soprattutto il governo Letta dorà sopravvivere anche dopo la decadenza dell’ex Premier dal Parlamento.
Se entro le 12 di oggi fosse arrivata una risposta favorevole a queste richieste, i governativi avrebbero accettato di entrare in Forza Italia, “ma non c’è stata stanotte e non c’è stata stamani – ha confermato il senatore pidiellino Roberto Formigoni –. Noi ci stiamo per riunire e prenderemo le nostre determinazioni”.