“C’è troppo pessimismo sulla Cina, dobbiamo essere più razionali. E l’immigrazione può essere una risorsa per l’Europa”. Stupisce un po’ tutti l’intervento di Nouriel Roubini al Forum Ambrosetti di Cernobbio, che tocca i due argomenti più delicati del momento andando controcorrente rispetto al mood dei mercati, ancora oggi negativi sulla paura cinese (ma anche sui dati del lavoro Usa), e a buona parte dell’opinione pubblica e degli orientamenti politici europei sulla questione migranti.
Nei giorni delle foto dei bambini annegati sulle coste turche Roubini, che in Turchia ci è nato, apre spiragli: “Il rallentamento della Cina coinvolge anche le economie avanzate, è vero, ma in maniera relativamente limitata: gli investitori di Usa, Ue e Giappone non sono così esposti nei confronti di Pechino”, spiega l’ormai ex Dr Doom, noto per le profezie catastrofiche e habitué della kermesse sulle rive del lago di Como . “La nuova situazione della Cina si ripercuote invece maggiormente sui mercati emergenti, perché mette fine al superciclo delle commodities, da alcuni Paesi gestito malissimo, senza fare riforme strutturali”.
Il ribasso delle commodities, in particolare quello del prezzo del petrolio, favorisce invece proprio le vecchie economie, in particolare quella europea. Ma non basta a rasserenare i mercati finanziari, ancora oggi in subbuglio: “La paura dei mercati non è tanto il rallentamento in sé, quanto la credibilità della classe dirigente cinese e la sua capacità di gestire la transizione a un nuovo modello di crescita, più sostenibile”. Timori tutto sommato fondati, visto che lo stesso Roubini ammette che “Pechino avrebbe dovuto optare per un atterraggio morbido, ma non è quello che ha fatto, preferendo la terapia d’urto: ora c’è il timore fondato, secondo qualcuno, che l’economia possa arrivare a crescere nel prossimo futuro di appena il 3%”.
La terapia d’urto ha preso il via con il drastico deprezzamento della valuta, che secondo l’economista della New York University si è prestato a due interpretazioni: “Qualcuno ha pensato che una svalutazione del genere potesse significare il ritorno a un modello di crescita basato sulle esportazioni, ma in realtà si tratta soltanto di rendere la valuta più flessibile. Certamente la Cina impedirà un ulteriore crollo, per arginare la fuga di capitale che in parte già c’è stata e perché non sarebbe coerente con il progetto di stimolare i consumi e la domanda interna”.
Il Roubini ottimista sorprende anche sul tema del momento: i migranti. “Ho fatto questo ragionamento: mettiamo anche che sulle coste dell’Italia e dell’Europa arrivino un milione di persone l’anno: cosa sono rispetto a un’area che ne conta già 400 milioni?”. “La questione c’è, ma è gestibile e va gestita in maniera costruttiva – rilancia il guru ambrosettiano –: i migranti possono contribuire al rilancio demografico e dunque economico di un continente che sta invecchiando e ha bisogno di forza lavoro”.
In chiusura di conferenza stampa c’è anche spazio per una veloce valutazione sul premier italiano Matteo Renzi, atteso proprio domani a Villa d’Este, appuntamento che dodici mesi fa, al suo primo anno da presidente del Consiglio, aveva disertato preferendo fare visita a una fabbrica nel bresciano. Renzi è promosso a metà: “L’economia italiana sta beneficiando di interventi di natura internazionale, come il Qe della Bce. Per quanto riguarda le riforme del governo, la direzione è quella giusta ma non le tempistiche: e comunque rimane ancora molto da fare”.