Ricerca e innovazione prima di tutto. E’ questo il piano della Task Force per le startup affidata dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ad Alessandro Fusacchia, presente venerdì ai lavori del Technology Forum Ambrosetti di Castelbrando (Tv) nella veste di rappresentante del Governo.
“Come tutti sappiamo il contesto economico è di emergenza – ha detto Fusacchia -, ma stiamo passando da una fase dedicata solo al rigore a una fase, in seguito anche ad alcuni cambiamenti che stanno avvenendo nelle ultime settimane in Europa, ad una fase di ragionamento sulla crescita“. E crescita, nei programmi della Task Force per le startup innovative, significa anzitutto ricerca. “E’ stato dimostrato 70 anni fa: crescita non è solo lavoro e capitale, ma per l’85% è innovazione”.
Tuttavia, incentivi e risorse vanno razionalizzati. “E’ questa la nostra missione – spiega il consigliere del ministro Passera -, passare dalla marea di leggi che c’erano a una destinazione razionale su tre principali assi, quello delle Pmi, dell’internazionalizzazione e della riconversione delle aree depresse“. In particolare, per le Pmi, Fusacchia ha annunciato di puntare al ”credito d’imposta automatico come principale strumento per le politiche dell’innovazione”, mettendo in cantiere incentivi per 600-700 milioni di euro che potranno muovere una leva per investimenti da 2,5-3 miliardi di euro.
La Task Force coordinata da Fusacchia conta sul contributo di 12 esperti che nei prossimi mesi cercheranno soluzioni per alcune criticità, tra le quali “il rischio di analfabetismo digitale”, da risolvere entro il 2013 attraverso i lavori dell’Agenda digitale. “Le misure saranno sia orizzontali, volte alla semplificazione e alla liberazione da vincoli, che verticali, dedicate a sostenere startup nuove, puntando non solo su quelle digitali ma anche quelle industriali – per esempio le biotech – e sociali”.
Un altro problema è quello della tempistica: “Sui finanziamenti bisogna essere chiari – ha spiegato Fusacchia alla platea del Technology Forum Ambrosetti -: se si chiedono fondi per un progetto per il quale serviranno mesi per essere realizzato, c’è il rischio che quel progetto nascerà già vecchio e non rappresenterà innovazione”.