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Formaggi: il premio Crudi in Italia a un parmigiano bio Vacca bianca di Serramazzoni

Crudi in Italia

E’ un parmigiano reggiano dop biologico prodotto con solo latte di vacca bianca modenese di 36 mesi il vincitore del Premio Nazionale Crudi in Italia, riservato ai prodotti caseari a latte crudo, giunto alla quinta edizione. Prodotto con il marchio Santa Rita Bio 1964 di Pompeano, Serramazzoni (Modena) ha ottenuto la menzione “assoluto per l’eccellenza”. Santa Rita coordina 6 aziende, tutte a conduzione familiare, che compongono la filiera produttiva dove si coltivano i foraggi e si allevano i bovini, e il Caseificio dove si producono le forme di Parmigiano Reggiano Biologico. Ogni giorno vengono prodotte 13 forme di Parmigiano Reggiano Biologico ma solo 1 di Parmigiano Reggiano Biologico con solo latte di Vacca Bianca Modenese (Presidio Slow Food). Il regolare impegno di agronomi e veterinari delle aziende, il costante controllo effettuato su tutte le fasi del processo produttivo, l’opera svolta dallo stesso Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e dall’Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale (I.C.E.A.), danno al consumatore le massime garanzie sulla qualità e sulla tipicità del Parmigiano Reggiano “Santa Rita Bio 1964”.

I borghi di Pompeano e Selva di Serramazzoni sono collocati sui primi rilievi dell’Appennino Modenese. Un luogo incontaminato, tra i 600 e gli 800 metri di altitudine, dove il rispetto per la natura ha sempre guidato l’opera dell’uomo in agricoltura. Qui gli agricoltori soci delle diverse aziende hanno applicato i metodi dell’agricoltura biologica fin dal 1988 ovvero: nessun uso di sementi ogm, nessun uso di pesticidi, nessun uso di fertilizzanti chimici. Tutto questo si traduce in un latte di particolare pregio, caratterizzato da elevate caratteristiche qualitative e profumi unici che donano al Parmigiano Reggiano prodotto con latte di Montagna da Agricoltura Biologica del Santa Rita Bio 1964 un gusto senza uguali.

 “Se è vero che “L’uomo è ciò che mangia”, la frase si rivela ancora più emblematica se prendiamo inconsiderazione i prodotti caseari a latte crudo – afferma Giancarlo Giannetti, ideatore e promotore della manifestazione – Non solo l’uomo è ciò che mangia, ma è anche ciò che ha mangiato l’animale da cui sono ricavati i prodotti caseari. Infatti il latte risente direttamente ed in maniera determinante sia dell’alimentazione sia delle condizioni di vita dell’animale stesso. Inoltre, per la realizzazione di prodotti caseari a latte crudo, gli standard igienici e sanitari devono obbligatoriamente essere altissimi ed i tempi di stazionamento del latte tra la mungitura e la successiva trasformazione estremamente limitati, così da evitare possibili proliferazioni microbiche involontarie”.

Il premio è organizzato dall’associazione cuochi alta Etruria in collaborazione con il comune di Asciano punta a promuovere la valorizzazione e sensibilizzazione di allevamenti, metodi di produzione del latte, qualità e aspetto nutrizionale del prodotto finito, oltre ai relativi successivi utilizzi, anche nell’ottica della “filiera corta” e della tracciabilità del prodotto a latte crudo. Tra gli enti sostenitori del premio c’è anche il ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Per la sezione “freschissimi” di pecora il premio è andato al caseificio sardo Funtanazza che lavora prodotti dal latte della precorsa nera di Arbus, mentre per i “Freschissimi” di Capra è stato premiato il l Caseificio Faggioli di Erbezzo in provincia di Verona, e per i “Freschissimi” di vacca “Florì” Caseificio Artigianale Agerolino.

Il Premio Crudi in Italia è nato con lo scopo di valorizzare gli allevamenti ovini dell’area delle Crete Senesi e sviluppare la filiera dei prodotti derivati. “L’attenzione – sottolineano gli organizzatori – non è rivolta ai produttori multinazionali da milioni di litri al giorno, ma ai proprietari di aziende medio-grandi o piccole, fatte di persone che tutti giorni dell’anno fin dalle prime luci accudiscono i loro animali, li nutrono e li mungono e sono impegnati 365 giorni all’anno ci ha dato la consapevolezza di cosa c’è dietro ad un pezzo di formaggio. Per fare questo ci vuole una grande passione e i risultati di quella passione devono essere valorizzati. Sono persone che perpetuano le tradizioni, mantengono vive le nostre radici, contribuiscono a tutelare la nostra “biodiversità della cultura”. È in sostanza la salvaguardia dei saperi e dei sapori della nostra cultura legata all’agro-alimentare, la valorizzazione dell’assiduo lavoro svolto dagli operatori per la realizzazione del prodotto che ci motiva ogni anno a realizzare e migliorare il Premio Crudi in Italia”.

Gli altri premi:

Freschi di pecora: azienda agricola Coveri

Freschi di bufala: caseificio La maremmana Fiore di Capalbio

Media stagionatura vacca: caseificio La Roccolana (caciocavallo)

Media stagionatura pecora: agricola di Busia e Mulas (senza lattosio)

Stagionato di capra: Società agricola Malga Faggioli 1140

Stagionato di pecora: caseificio Valle Macra srl

Stagionato di vacca: caseificio Fernando de Gennaro (provolone del monaco dop)

Lunga stagionatura vacca: Valgrana

Lunga stagionatura pecora: società agricola f.lli Demarcus 

Grandi vecchi: Bonat parmigiano reggiano dop gran riserva 5 anni (ex aequo)

Grandi vecchi: Boselli Nullo e Marcello società agricola parmigiano reggiano dop oltre 48 mesi (ex aequo)

Aromatizzato: caseificio Petruzzi Andrea srl scamorza tartufo (ex aequo)

Aromatizzato: Caseificio Fernando de Gennaro snc lo speziato (ex aequo)

Menzione biologico freschi: soc.agr.Bacciotti Formina fiorita

Menzione stagionato di fossa pecora: Bruno Pitzalis stagionato in fossa

Menzione speciale per l’innovazione: società agricola f.lli Demarcus (scamorza di pecora)

Menzione speciale per l’innovazione: Valgrana spa (grattugiato)

Menzione speciale per la confezione: caseificio mediterraneo soc. coop

Menzione speciale per l’affinamento: Santa Rita bio

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