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Ford fa marcia indietro sull’elettrico: addio al super Suv, ora più ibridi

Imagoeconomica

Ford, pioniera dell’era dell’elettrico con una divisione dedicata, sta ora facendo un clamoroso dietrofront. L’azienda americana ha deciso di abbandonare i grandi Suv elettrici e di concentrarsi sui veicoli ibridi. Questa mossa, che comporterà un costo stimato di 1,9 miliardi di dollari, ha già attirato l’interesse degli investitori, con un lieve incremento delle azioni Ford. La decisione è dettata dalla bassa domanda di auto elettriche negli Stati Uniti e dalla necessità di contenere i costi di produzione.

“Abbiamo imparato molto su cosa i clienti vogliono e su cosa serve per competere con i migliori al mondo – ha dichiarato Jimmy Farley, ceo di Ford -. Abbiamo costruito un piano che offre la massima scelta ai nostri clienti e sfrutta i nostri punti di forza”.

Le difficoltà di Ford con l’elettrico

Nonostante Ford fosse tra le prime a scorporare le sue attività elettriche da quelle tradizionali, le difficoltà finanziarie della nuova divisione sono emerse chiaramente. La divisione elettrica ha registrato perdite operative di 4,7 miliardi di dollari nel 2023, con una perdita di oltre 40mila dollari per ciascuna delle 116mila auto elettriche vendute. Le proiezioni per il 2024 indicano un aggravamento della situazione, con perdite stimate intorno ai 5,5 miliardi di dollari.

Per far fronte a queste sfide, Ford sta ora puntando sull’ibrido. L’azienda prevede di ridurre la sua spesa annuale in conto capitale per veicoli elettrici puri dal 40% al 30% e di concentrarsi su modelli ibridi e veicoli commerciali. La produzione di un furgone commerciale elettrico inizierà nel 2026 in Ohio, mentre il tanto atteso successore dell’F-150 Lightning sarà rinviato al 2027. Questo spostamento delle priorità permetterà a Ford di utilizzare batterie a basso costo e di sfruttare la sua esperienza nei veicoli commerciali.

Ford trasferirà inoltre parte della produzione di batterie negli Stati Uniti per sfruttare gli incentivi dell’Inflation Reduction Act. La produzione di batterie a basso costo, in collaborazione con LG Energy Solution, inizierà nel 2026 in Michigan. Una nuova joint venture con SK Innovation produrrà celle in Kentucky e batterie per veicoli commerciali in Tennessee.

Ford non è la sola: altri giganti dell’auto rivedono la loro strategia elettrica

Non è la prima casa automobilistica a rivedere le proprie strategie elettriche, e non sorprende che i costi elevati delle auto a zero emissioni stiano influenzando le scelte aziendali. La crescente domanda di veicoli di grandi dimensioni, combinata con i costi ancora troppo alti per l’elettrico, ha spinto molti produttori a riconsiderare le loro offerte. Negli Stati Uniti, Honda ha annullato un accordo con General Motors per la produzione di auto elettriche accessibili. Questo accordo, che prevedeva l’assemblaggio di crossover compatti con batterie Ultium di Gm, è stato abbandonato meno di un anno dopo il suo annuncio.

In Europa, Volkswagen, un tempo fervente sostenitrice delle auto elettriche, ha ritardato il lancio di modelli chiave come la Trinity. I produttori tedeschi speravano che la Commissione europea, nel definire le normative che guideranno la transizione verso una mobilità più ecologica, avrebbe riconosciuto il potenziale dei biocarburanti e li avrebbe inclusi in modo più significativo nelle politiche europee per l’ambiente e la sostenibilità.

Le incognite: Trump e la Cina

Questa revisione della strategia di Ford avviene in un contesto di crescente incertezza globale. La Commissione europea ha imposto dazi elevati sui veicoli elettrici cinesi a causa dei sussidi concessi da Pechino. L’ultimo passo è la decisione della Ue di abbassare i dazi e offrire un grande sconto per Tesla. La Cina, a sua volta, ha avviato un’indagine sui prodotti lattiero-caseari importati dalla Ue, come ritorsione. Inoltre, un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe mettere in discussione gli incentivi federali per le auto elettriche introdotti dall’amministrazione Biden, creando ulteriori incognite per le case automobilistiche americane. Anche se Elon Musk, patron di Tesla e sostenitore del tycoon, potrebbe cercare di mitigare le tensioni.

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