Facebook scomparirà fra quattro anni. Anzi no. Oppure forse. La palla di cristallo prova ad interpellarla il magazine Usa Forbes, attraverso un articolo del solito analista tecnologico Eric Jackson che fa seguito a quello di un anno fa, in cui si ipotizzava appunto la scomparsa del colosso dei social network entro il prossimo quinquennio.
Difficile obiettivamente pensare a uno scenario del genere per il gioiello di Mark Zuckerberg, che fondato quasi 10 anni fa vanta più di un miliardo di utenti e non sembra al momento aver perso il suo appeal, come testimoniato dai numeri (anche dopo un ingresso in Borsa alquanto travagliato): 5,5 miliardi di dollari di fatturato nel 2012, margine operativo lordo da 1,3 miliardi e capitalizzazione di mercato intorno ai 55 miliardi.
Cifre da capogiro, eppure Jackson prova a contestarle: “Guardate Yahoo: nell’ultimo anno, grazie all’apprezzabile lavoro del nuovo Ceo Marissa Mayer, ha recuperato l’1,71% in Borsa e ha chiuso l’esercizio con numeri assolutamente all’altezza di Facebook (considerando l’acquisizione di Tumblr): 1,1 miliardi di utenti, 5,5 miliardi di fatturato, margine operativo lordo da 1,5 miliardi”. Eppure, Yahoo è “morto”.
“C’è infatti una differenza – sottolinea l’analista di Forbes -: la capitalizzazione di mercato di Yahoo per il suo core business è di 10 miliardi di dollari, meno di un quinto rispetto al colosso rivale. Yahoo pertanto, nel senso in cui lo intendo io, sta ‘scomparendo’, è visto come ‘la notizia di ieri’, non fa più tendenza mentre la stella di Facebook brilla ancora, è sempre cool e piace agli investitori”. Nonostante l’età, dunque, il mercato pensa che il gioiellino di Zuckerberg possa comunque ancora generare una tonnellata di futuri profitti dai propri utenti, mentre Yahoo non più.
Ma se, col passare degli anni, quell’età si allungasse troppo, facendo fare alla F blu la fine della Y viola? Ecco la tesi di Forbes: “Le società nate in una generazione – argomenta Jackson – non possono mai scrollarsi veramente di dosso il passato e diventare altro. Quindi, se sei un baby boomer, non sarai mai davvero un ‘millenario’. Continuo a pensare che questo sia fondamentalmente vero. Facebook sarà sempre una società nata nel 2004: è diventato il re di quella generazione per il social networking ma essendo il re, significa che sei – per definizione – grande. Ed essere grande rende difficile essere agili nell’affrontare nuovi cambiamenti nel mercato che minacciano la tua posizione di leadership. Ogni volta che una nuova generazione entra in scena, i re della passata generazione sono molto vulnerabili a nuovi operatori più piccoli”.
Ecco dunque che nella tripartizione delle generazioni Internet (web, sociale e mobile), Facebook ha inaugurato e dominato la seconda, rischiando di andare però sempre più in difficoltà nella nuova dimensione mobile, che vede ormai sempre più di tendenza le applicazioni piccole ed agili. “Stiamo andando – spiega Forbes – verso il ‘mobile 2.0’, quello un po’ Tumblr, un po’ WhatsApp, un po’ Snapchat, un po’ Pinterest. Tante nuove piccole applicazioni, solo per citarne alcune, che stanno facendo in modo che essere ‘grossi e grassi’ come Facebook ti permetta ancora di fare un sacco di soldi con la pubblicità, ma non sia più molto cool”.
In questo senso, la mossa di Zuckerberg di acquistare Instagram è più che azzeccata: “Decisione assolutamente brillante: anche se Facebook non trae un centesimo dall’operazione, se Kevin Systrom fosse rimasto indipendente – o avesse venduto, per dire, a Twitter – Facebook sarebbe in forma molto peggiore oggi”. Un recente studio del Pew ha infatti mostrato che Facebook stava perdendo il suo fattore cool tra gli adolescenti a favore di Twitter e Instagram: con un’operazione da 750 milioni di dollari, Zuckerberg ha almeno portato il secondo brand fuori dalla concorrenza.
Basterà per sopravvivere? “Quattro anni è un tempo lungo, e io non ho la sfera di cristallo – scrive Jackson su Forbes -. Facebook sa quanto sia importante la dimensione di smartphone e tablet, e proprio per questo sta progettando un sacco di cose in questo momento intorno alla sua app mobile (sta persino progettando uno smartphone targato Facebook, ndr)”. “Le cose – conclude l’articolo – si muovono molto velocemente nel tempo di Internet. Le società che fra quattro anni definiremo “cool” probabilmente non sono nemmeno state ancora fondate. Diciamo che, un anno dopo il mio primo post, posso dire che Facebook è ancora ‘in corsa’ per scomparire fra quattro anni”.