“Con il progetto Unipol entrano in Fonsai 1,7 miliardi. Progetti alternativi per avere qualità comparabile devono partire da qui”. Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, lancia così la sua sfida a distanza agli sfidanti Palladio e Sator dal palco dell’assemblea della compagnia bolognese. Alla stessa ora, poco dopo le 11, i soci di Fonsai stanno già prendendo conoscenza della lunga nota integrativa predisposta dalla società: in vista una giornata che si prospetta lunga tra le contestazioni al passato targato Ligresti (messo alla sbarra dal fondo Amber) e le richieste dei legali di Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe, decisi a mettere a nudo i punti deboli della fusione a quattro (Fonsai, Milano, Premafin e d Unipol) messa a punto da Mediobanca.
L’assemblea, presieduta da Jonella Ligresti, prende il via senza sorprese sulla composizione del capitale: Premafin rimane il primo azionista con una quota del 35,763%, seguita da Unicredit (6,986%). Le azioni proprie rappresentano inoltre il 3,918% del capitale, mentre alla Palladio Finanziaria di Roberto Meneguzzo fa capo una quota del 5,002%. Matteo Arpe detiene infine una partecipazione del 3,001%, non piu’ tramite il fondo Sator bensi’ attraverso Arepo Pr, veicolo ad hoc creato qualche settimana fa. Nelle note consegnate ai soci viene precisato che “Fondiaria Sai intende procedere all’aumento di capitale per 1,1 miliardi di euro per il quale chiede oggi delega ai soci ”indipendentemente dall’operazione di integrazione” con Unipol, perche” la necessità di ripatrimonializzare la compagnia prescinde dal riassetto”. Ma il consorzio di garanzia per l’aumento di capitale di Fonsai è strettamente connesso al “positivo esito della prospettata operazione di integrazione (con Unipol, ndr), non essendo stata al momento fornita analoga garanzia per la compagnia In ottica Stand Alone”. Lo si legge nell’integrazione del materiale per l’assemblea a breve al via.
A distanza, in pratica in contemporanea, Cimbri sottolinea che, oltre all’aumento da 1,1 miliardi di euro, la dotazione patrimoniale di Fonsai beneficerebbe della fusione con Unipol Assicurazioni, che viene ricapitalizzata con 600 milioni. “Unipol Assicurazioni non ha bisogno di essere ricapitalizzata – ha spiegato -, ha margini industriali assolutamente congrui ma l’immissione di capitale in Unipol Assicurazioni è il modo con cui il gruppo Unipol e il mercato portano 1,7 miliardi all’interno di Fonsai”. Cimbri, nella presentazione del piano industriale di venerdì scorso, ha prospettato obiettivi molto aggressivi per la “grande Unipol”: un ulteriore e forte miglioramento della redditività del ramo Danni: un target di combined ratio al 93% nel 2015 (mai raggiunto in passato) per l’aggregato Unipol-Fondiaria Sai; sinergie per 330 milioni di euro; un solvency ratio al 150% a fine 2015.
In Borsa, intanto, i titoli coinvolti fibrillano: schizza Unipol +3,5%, grazie anche alle promesse di un piano industriale che gli analisti considerano ottimista (forse troppo); vola Premafin +11%; dopo una sospensione al rialzo, anche Fonsai si segnala per un robusto rialzo pari al 2,93%. Ma resta da vedere se la battaglia di Sator e Palladio finirà oggi. Oppure se l’assemblea non sia solo una tappa di una guerra che si giocherà anche sui fonti di Authority e tribunali.