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Fonsai-Unipol in bilico: ultimatum di Ghizzoni (Unicredit) a Ligresti. Piazza Affari inizia in rosso

Se Ligresti non rinuncia alla manleva e al diritto di recesso l’aumento di capitale di Premafin rischia di saltare e l’ad di Unicredit lancia un segnale inequivocabile: “Se sarà il caso escuteremo il pegno”, ovvero il 35% di Fonsai in garanzia dei debiti – Intanto Piazza Affari inizia in rosso – S&P: rimozione di Perissinotto provoca incertezza per Generali.

Fonsai-Unipol in bilico: ultimatum di Ghizzoni (Unicredit) a Ligresti. Piazza Affari inizia in rosso

TONFO IN ASIA. PER FITCH SPAGNA QUASI “JUNK”. GHIZZONI LANCIA L’ULTIMATUM  AI LIGRESTI.

La spinta della Cina, che ha sorpresa ha tagliato il tasso di sconto, non è bastata. Il rally delle Borse si è spento nel pomeriggio dopo l’intervento di Ben Bernanke al Congresso Usa. Il presidente della Fed non ha preso impegni per un nuovo “quantitative easing” ma, ha detto che “siamo pronti ad intervenire se la crisi europea precipita”. La Fed sta guardando con attenzione alla possibilità di “rischi significativi” per la ripresa Usa, che potrebbero derivare dalla crisi del debito e bancaria in Europa. 

Da New York, intanto, arrivava una nuova doccia fredda: l’agenzia Fitch ha ridotto  il rating a lungo termine della Spagna di tre notch a ‘BBB’ da ‘A’, mentre quello a breve termine è stato abbassato a ‘F2’ da ‘F1’.  Madrid  è a un passo dallo status di junk bond, ovvero dall’obbligo per la maggior parte dei fondi di disfarsi di titoli non investment grade. Per Fitch, il salvataggio del sistema bancario spagnolo assorbirà almeno 100 miliardi.

Stamane i listini asiatici hanno registrato le novità negative. Tokyo si avvia a chiudere in profondo rosso con un calo superiore al 2%. Va meglio Hong Kong -0,45%.

Ieri sera gli indici di Wall Street hanno chiuso in frenata, cancellando i guadagni della giornata: Dow Jones +0,37%, Standard & Poor’s -0.01% e Nasdaq -0,48%. Tornano a scendere i rendimenti dei T bond sull’onda della delusione per il discorso di Ben Bernanke al Congresso.

Si profila così un finale di settimana difficile anche per i listini europei,  dopo la seduta positiva di ieri sull’onda dell’intervento di Pechino, il primo dal 2008. A Milano l’indice FtseMib è salito  dello 0,88%, Londra sale  dell’1,2% davanti a Francoforte + 0,82%: Parigi +0,42%. A favorire il rally era  stato l’esito, migliore del previsto, del l’asta dei Bonos spagnoli: Madrid ha collocato 2,07 miliardi di euro di titoli governativi contro un obiettivo di 2 miliardi di euro.

Lo spread tra il Btp ed il Bund ha toccato un minimo in mattinata a 415 punti base per poi risalire a quota 427. Il rendimento è al 5,63%. Il collocamento del Btp Italia  ha visto sottoscrizioni per quasi 1,74 miliardi, frutto di 44.688 contratti. Il tasso annuo garantito è confermato al 3,55% già preannuncitao il 1 giugno. In calo stamane l’euro, scambiato a 1,2521 contro il dollaro, da 1,256  precedente.

I rialzi più forti nelle Borse europee ieri hanno riguardato i settori più legati al ciclo economico: automotive (Stoxx +2,9%), materie prime (+2,7%) e banche (+2,2%). Una nota particolare riguarda il settore lusso, trainato al rialzo dagli utili stellari di Prada: +110% a quota 121,7 milioni. Anche il taglio del tasso di sconto cinese, uno dei mercati di riferimento del settore,  ha galvanizzato l’intera  la squadra  del lusso:  Luxottica +2,5%, Ferragamo +4,7%, Tod’s  +1,4%. In volo Brunello Cucinelli  +8% e Yoox  +6%.

Fra le blue chip milanesi è salita Mediobanca, in rialzo del 3,9% dopo le dichiarazioni di Vincent Bolloré che si è detto pronto ad aumentare la sua partecipazione in Piazzetta Cuccia acquistando la quota di Groupama, nel caso l’assicurazioancese decidesse di vendere. Fra le altre banche salgono Pop.Milano  +1,6%, Ubi  +1,7%,  BancoPopolare  avanza dell’1,2%, Intesa  +0,7%.

Nel risparmio gestito, seconda giornata di forti rialzi per BancaGenerali  +5%. Non è da escludere che il terremoto di Trieste abbia ripercussioni sulla controllata.

Intanto  Standard and Poor’s ha messo in creditwtch con implicazioni negative il rating di Generali a causa dell’incertezza causata dal cambio di ceo che avviene ‘in un contesto difficile’. In una nota l’agenzia indica che la rimozione di Giovanni Perissinotto dalla carica e la proposta di nominare come successore Mario Greco e’ ‘un evento che ha provocato incertezza sulla futura direzione strategica di Generali e potrebbe impedire alla compagnia di reagire rapidamente alle sfide strategiche’.

Riflettori accesi sul cda di Premafin di stamane che dovrà esaminare, primo tra i vertici della galassia Ligresti, l’ultima proposta in arrivo da Unipol  Lunedì si riuniranno i cda di Fonsai e Milano Assicurazioni. Poi ci sarà, il giorno 12, l’assemblea di Premafin su bilancio 2011 e aumento di capitale di 1,1 miliardi riservato ad Unipol. E’ il passaggio più delicato: o i Ligresti rinunciano alla maleva ed al diritto di recesso, oppure l’operazione salta. Le conseguenze? L’ad di Unicredit , Federico Ghizzoni, ieri è stato chiaro: “Se sarà il caso escuteremo il pegno” ovvero il 35% di Fonsai in garanzia dei debiti.

I venti di pace con Cdp fanno bene a Telecom Italia +1,6%.  Mediaset  sale dello 0,7%. Fra gli industriali, salgono FiatIndustrial  +2,7% e Pirelli  +2,4%. Positiva Finmeccanica +1,7%, preceduta da  Prysmian +3,2% e  StM + 2,6%. L’accordo con Gallimard per la vendita di Flammarion mette le ali a Rcsmedia Group +23%: si allontana l’ipotesi di un aumento di capitale. 

In vista dell’assemblea del 12 luglio  di Impregilo va registrata la  decisione del gruppo romano di presentare un esposto in Consob sul rapporto tra i soci e sull’andamento “anomalo” del titolo  nelle ultime sedute. L’ipotesi sollevata dai Salini riguarderebbe una possibile intesa fra l’azionista Igli (famiglia Gavio) ed altri azionisti di Impregilo, mentre per quanto riguarda l’andamento del titolo in Borsa, da tempo molto volatile, si riscontra che nelle ultime sedute vi  sono state rilevanti  operazioni di trading.

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