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Fonsai, la compagnia di Ligresti interessa anche ad Allianz e Merkel chiederà a Monti il via libera

MERKEL, SPONSOR DI ALLIANZ PER FONSAI

CARO MONTI, FACCIAMO LA PANZER COMPAGNIA

Tra i dossier che accompagneranno il cancelliere Angela Merkel nella sua trasferta romana, figura un documento che non ha nulla a che vedere con la spinosa questione greca o con i rapporti con il Fondo Monetario. Ma, a detta di osservatori di primo piano, frau Merkel e il premier Mario Monti troveranno modo, nel loro faccia a faccia, di affrontare anche la questione Fondiaria-Sai. In particolare, il cancelliere di Berlino chiederà a SuperMario di non frapporre ostacoli ad un ingresso di Allianz nella partita e a fianco della cordata che ha sfidato Mediobanca-Unipol. Miele per le orecchie di Monti, che, nel bel mezzo del pressing verso la Germania per far cadere le barriere nazionali nel mercato dei servizi, non troverà nulla da ridire. Se si opponesse, sarebbe dirigismo economico che Monti vede giustamente come il fumo negli occhi. Anche perchè tutto si potrà dire ma sostenere che la compagnia di Ligresti sia strategica per il Paese solleverebbe molta ilarità. Via libera dunque ai tedeschi, purché, in termini di caduta di lacci e lacciuoli, anche frau Merkel passi finalmente dalle parole ai fatti.

Al di là delle apparenze, insomma, esiste un fil rouge che lega tra i problemi della compagnia, precipitata sotto la gestione Ligresti ben al di sotto i livelli di solvency richiesti dall’Isvap e dalle autorità internazionali, e la Repubblica Federale. La carta segreta del team che ha avuto l’ardire di sfidare l’armata Mediobanca-Unicredit, “madrina” dell’offerta Unipol, potrebbe essere una grande partnership internazionale. Ma con i tedeschi di Allianz, obiettivamente rinforzati dalla nomina ai vertici di Intesa di Enrico Cucchiani, per tanti anni plenipotenziario tedesco a Milano. Piuttosto che con i francesi di Axa che pure hanno fatto più di un avance verso Fonsai. Più per offrirsi di rilevare parti dell’impero, in caso di accordo Unipol-Fonsai, piuttosto che per acquisire un ruolo diretto.

La partita per il controllo della seconda compagnia assicurativa del Bel paese, dunque, assume sempre più un sapore politico. Ne è consapevole l’ad di Mediobanca Alberto Nagel, sceso a Roma assieme a Renato Pagliaro per illustrare i lati positivi della megafusione a tre Premafin-Fonsai-Unipol. Senza suscitare l’entusiasmo di Corrado Passera o, tantomeno, del premier Monti, attento ad evitare accuse di interventismo in una materia così delicata e sensibile. Ma, dopo le non poche esibizioni di interventismo (senza esito) dell’era Tremonti, l’etica del “laissez faire” ha senz’altro un grosso valore. Soprattutto mentre si moltiplicano gli interventi a gamba tesa dei giornalisti più vicini a piazzetta Cuccia, che all’improvviso scoprono la necessità di far luce sull’azionariato di Palladio. E si moltiplicano le attenzioni verso il cda di Generali, che assiste ad uno scontro che coinvolge diversi membri illustri del salotto triestino

Nel frattempo Fondiaria-Sai continua ad accendere, con i suoi fuochi di artificio, il palcoscenico di Piazza Affari. Il titolo sale del 5,29%%, sull’onda dell’eccitazione del mercato dopo che ieri sera Palladio Finanziaria e Sator (la società di Matteo Arpe) hanno annunciato il controllo dell’8% e l’esistenza di un patto di consultazione attorno alle scelte per la compagnia. Sale anche Unipol +1,2%, alle prese con ostacoli imprevisti nel suo piano di espansione. Ma la nota nuova riguarda il rialzo di Milano Assicurazioni: la controllata di Fondiaria sale del 6%. Un indizio che gli investitori ritengono ormai improbabile che la Consob, in mezzo a tante liti, concederà a Unipol l’esenzione dall’obbligo di Opa a cascata. In tal caso non è improbabile una cessione della compagnia, magari ad uno dei pretendenti internazionali del gruppo.

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