Fondiaria Sai sempre più vicina a Unipol. E il 2012 potrebbe portare le agognate nozze nel comparto assicurativo italiano, privo di spunti interessanti da tempo (eccezion fatta per Generali e i grandi gruppi internazionali), bloccato dagli assetti familiari che ne condizionavano il destino mentre le banche inanellavano invece una lunga serie di fusioni e riorganizzazioni.
Ma ora la crisi, la montagna di debiti e le urgenti esigenze di capitale fresco di Fonsai che deve aumentare i margini di solvibilità, hanno costretto la famiglia Ligresti, azionista di riferimento di Fondiaria Sai tramite la holding Premafin, a fare un passo indietro dalla compagnia assicurativa e, forse, a mollare definitivamente la presa. Sembra infatti sfumato il piano dei Ligresti che avrebbe coinvolto Matteo Arpe e Carlo Puri Negri per mettere in sicurezza il controllo su Premafin nell’ambito del progetto per ricapitalizzare Fondiaria Sai.
Hanno così ripreso forza le ipotesi attorno a un riassetto della compagnia assicurativa che coinvolga Unipol (e Finsoe, la holding di cooperative che controlla il gruppo bolognese). E questo soprattutto perché l’accelerazione del dossier sarebbe stata impressa da Mediobanca. La Borsa crede alla svolta: dopo i balzi dei giorni scorsi anche oggi Fondiaria Sai sale del 7%, Premafin è in asta di volatilità con un rialzo teorico a doppia cifra (dopo un +83% nell’ultimo mese sulle voci di riassetto). Unipol invece è debole in calo dello 0,34%.
L’operazione è certo complessa e i contorni non sono ancora chiari: sul tavolo c’è il nodo del rifinanziamento del debito di Premafin da 300 milioni che potrebbe passare anche da una conversione in azioni da parte delle banche creditrici e il ruolo che potrebbe avere il fondo Clessidra disponibile a sostenere Premafin con 200 milioni di euro ma che necessita di maggiore chiarezza sul futuro della controllata Fonsai (intervento che non verrebbe necessariamente escluso dall’unione tra Fondiaria e Unipol). Numerose le opzioni di cui si parla tra cui l’ingresso di Finsoe in Premafin oppure di Unipol in Premafin attraverso l’aumento di capitale. Uno scenario, quello di una unione con Fonsai, che a sua volta la compagnia bolognese parrebbe intenzionata a sfruttare per risolvere la spina nel fianco della Banca su cui si lavora da anni ma che non ha mai dato i frutti sperati: secondo indiscrezioni infatti la compagnia bolognese punterebbe a cedere Unipol Banca a qualche istituto coinvolto nel salvataggio come contropartita per dedicarsi al salvataggio di FonSai.
Quel che è certo è che l’integrazione industriale tra la compagnia bolognese e la Fonsai darebbe vita a un campione nazionale nel campo delle assicurazioni con un mercato Danni superiore a quello di Generali e che metterebbe in sicurezza, anche da mire straniere, il gruppo assicurativo e la tenuta delle holding a monte di Fonsai esposte con le banche. Un piano che anche per questo sarebbe gradito alle banche creditrici e alla fine accettato anche dai Ligresti. Intanto, il prossimo appuntamento per Fondiaria Sai è il 27 gennaio, quando il consiglio di amministrazione dovrà decidere l’ammontare dell’aumento di capitale che si aggira tra i 600 e i 750 milioni di euro necessario per migliorare i margini di solvibilità.