In 14 mesi, dal novembre 2011 al dicembre 2012, l’Italia ha impiegato più fondi europei di quanto non avesse fatto nei precedenti 58. In questo periodo la spesa certificata del nostro Paese ha raggiunto quota 9,2 miliardi: un’accelerazione arrivata grazie alle misure straordinarie concordate con l’Unione europea per risolvere le difficoltà italiane nell’utilizzo dei fondi comunitari.
In particolare, secondo il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, 51 programmi operativi su 52 hanno superato i target di spesa. La tagliola del disimpegno automatico è scattata solo per il programma interregionale sugli attrattori culturali, naturali e turistici, che ha perso così 33 milioni di euro. Tutti gli altri programmi, fino a qualche mese fa in forte ritardo, sono stati salvati.
Barca ha spiegato che tutte le Regioni hanno speso somme anche superiori al target fissato per la fine del 2012, tanto da portare complessivamente la spesa certificata dell’Italia a 18,3 miliardi di euro: ovvero al 37% degli importi disponibili fra 2007 e 2013 (era al 22% a fine 2011). Le Regioni del Centro-Nord hanno toccato il 45,4% delle risorse, mentre quelle del Mezzogiorno si sono fermate al 33,2%.
“Un risultato che è stato centrato grazie all’impegno di tutte le amministrazioni locali, regionali e centrali – ha sottolineato il ministro -. Si tratta di un traguardo che rafforzerà ulteriormente la nostra posizione negoziale al prossimo Consiglio europeo, che definirà il quadro finanziario 2014-2020. Abbiamo lavorato intensamente con le Regioni, in particolare con la Campania e la Sicilia, che erano quelle più in ritardo, e nulla di quello che abbiamo fatto sarebbe stato possibile senza la collaborazione che c’è stata. Ma voglio chiarire che non abbiamo speso tanto per spendere”.
A questo punto, ha concluso Barca, “restano da spendere 31,2 miliardi di euro nei prossimi tre anni. E’ una sfida, perché fortissimo dovrà rimanere l’impegno, ma anche un’opportunità per contrastare il ciclo economico”.