Vento in poppa a marzo per il risparmio gestito: la raccolta netta del settore è stata positiva per 10,1 miliardi di euro, dopo i +7,45 miliardi di euro di febbraio e +4,6 miliardi di gennaio, per un totale di 22,1 miliardi da inizio anno. Il patrimonio gestito, secondo quanto emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, è lievemente migliorato passando a 1.962.260 milioni di euro da 1.960.342 milioni del mese precedente, aggiornando così il record di febbraio.
Le gestioni di portafoglio hanno totalizzato 4,9 miliardi, in rialzo dai 3,3 di febbraio, per un totale di 7,1 miliardi da inizio 2017 e a farla da padrone sono state ancora le gestioni istituzionali che hanno totalizzato 4,3 miliardi (2,7 il mese prima e -1,9 mld a gennaio), portando il totale dell’anno a 5 miliardi. Quelle retail hanno raccolto invece 599 milioni, sostanzialmente in linea con febbraio (606). Passando invece alle gestioni collettive, la raccolta di marzo si attesta a 5,2 miliardi, dai 4,1 miliardi di febbraio e per un totale di 15 miliardi nel primo trimestre. Come sempre il contributo maggiore arriva dai fondi aperti con +5,1 mld (da +4,1) mentre i fondi chiusi hanno segnato +91 milioni (da +9 mln).
Da segnalare raccolte superiori al miliardo per il gruppo Intesa Sanpaolo (1,35 miliardi) e Amundi (1,56 miliardi). “La raccolta di marzo è confluita principalmente sui fondi comuni”, sottolinea Massimo Mazzini, Responsabile Marketing e Sviluppo Commerciale di Eurizon, sgr di Intesa SP. “In particolare un contributo importante arriva dai fondi PIR compliant, partiti a fine febbraio con la gamma Eurizon Progetto Italia”.
L’andamento della raccolta dei fondi aperti nel suo complesso continua ad evidenziare una preferenza per gli obbligazionari (+1,87 miliardi a marzo), seguiti da bilanciati (+1,66 miliardi) e dai flessibili (1,56 miliardi).”Nell’andamento dei fondi flessibili e obbligazionari è
forte la componente dei fondi a finestra di collocamento su cui sono focalizzate le banche dato il favorevole timing di riconoscimento delle commissioni rispetto ai fondi tradizionali”, ricorda Matteo Serio, direttore commerciale di AComeA sgr.
Segno più anche per gli azionari, che incassano 727 milioni, mentre proseguono i deflussi dei monetari (-633 milioni).Si conferma la
fortuna dei prodotti domiciliati all’estero, che intercettano la quasi totalità dei flussi (4,84 miliardi), rappresentando il 73,4% del patrimonio dei fondi aperti.
“L’effetto dei Pir si vedrà ad aprile perché la maggior parte dei collocamenti di questi prodotti è iniziata a metà marzo”, sottolinea Serio. AComeA ha lanciato il proprio piano individuale di risparmio “Patrimonio Esente” il 21 aprile. “Ad aprile dovremmo vedere dei numeri diversi sui fondi di diritto italiano”, aggiunge.