Continua a crescere l’industria del risparmio gestito italiano, ma ad aprile un po’ meno rispetto a marzo. A rivelarlo è la mappa mensile di Assogestioni, secondo la quale la raccolta netta è stata pari a +5,1 miliardi di euro, dopo i +9 miliardi record del mese precedente, per un totale di +34,9 miliardi da inizio anno. Entrando nel dettaglio, il patrimonio gestito è calato a 2.459,2 miliardi, dal record di 2.469 miliardi di fine marzo: da rilevare, per altro, che nei fondi aperti le masse hanno toccato il nuovo massimo storico di 1.184 miliardi, mentre segnano un arretramento nelle gestioni di portafoglio.
Tra i dati di rilievo del mese da segnalare anche il sorpasso del gruppo Intesa Sanpaolo rispetto a Generali: 521,7 miliardi di patrimonio gestito contro 514,7 miliardi. I due gruppi alla fine del primo trimestre erano quasi appaiati. Nel dettaglio delle movimentazioni di aprile, le gestioni collettive segnano entrate nette per +4,3 miliardi, dopo +7,7 miliardi a marzo, a un totale di +24,2 miliardi da gennaio. All’interno del comparto, i fondi aperti registrano una raccolta netta di +4,1 miliardi, dopo +7,5 miliardi, a complessivi +22,8 miliardi da inizio anno, mentre i fondi chiusi segnano +178 milioni, dopo +276 milioni, a +1,45 miliardi rispettivamente. Le sottoscrizioni nette delle gestioni di portafoglio, pur positive, rallentano a +804 milioni, da +1,2 miliardi, a un totale per il primo quadrimestre del 2021 di +10,7 miliardi.
Bene anche le sottoscrizioni retail, con +1,01 miliardi per un totale di +3,5 miliardi da gennaio, mentre i mandati istituzionali, dopo un marzo già in frenata (+156 mln), scivolano in territorio negativo con -210 milioni, con complessivi +7,2 miliardi da inizio anno. Tra le tipologie dei fondi aperti, i risparmiatori in aprile hanno indirizzato le loro preferenze in primis sui bilanciati, che segnano flussi netti per +2,3 miliardi, in accelerazione dai +1,8 miliardi di marzo, con +6,6 miliardi da gennaio. Resta consistente secondo Assogestioni l’interesse per gli azionari, ma è minore rispetto ai mesi passati che li avevano visti al top delle sottoscrizioni: gli investimenti netti in aprile sono pari a +1,9 miliardi, dopo +2,9 miliardi a marzo, a un ragguardevole totale, comunque, di +15 miliardi da inizio anno, di gran lunga il maggiore tra i fondi. Le entrate nette mensili sugli obbligazionari si assottigliano a +484 milioni, da +1,3 miliardi, con un totale da gennaio di +3,3 miliardi.
Si sono infine infittite le vendite sugli strumenti flessibili, con un saldo di -1,1 miliardi in aprile, dopo -30 milioni a marzo, a complessivi -3,8 miliardi da inizio anno. Più pallido invece il fascino dei monetari, che registrano +447 milioni di raccolta, dopo +1,4 miliardi, a un totale nei primi quattro mesi dell’anno di +1,8 miliardi. Quanto alla denominazione, i fondi di diritto italiano segnano complessivamente entrate nette per +502 milioni, dopo +639 milioni, approdando in territorio positivo per questo scorcio del 2021, con +14 milioni. I fondi esteri continuano ad avanzare, pur scalando la marcia, con flussi netti per +3,6 miliardi, dopo +6,8 miliardi, a +22,8 miliardi complessivi da gennaio.