Il coronavirus affonda anche i fondi. Nel primo trimestre del 2020 la raccolta netta è risultata negativa per 12 miliardi di euro. Negli ultimi tre mesi del 2019 lo stesso dato recitata +17,3 miliardi di euro. Come conseguenza, si è ridotto anche il patrimonio gestito, sceso dai 2.306,8 miliardi del 31 dicembre ai 2.140,3 miliardi del 31 marzo.
Sono questi i principali risultati contenuti nella tradizionale mappa di Assogestioni che sottolinea come il coronavirus abbia “colpito soprattutto nella parte finale del trimestre, ma l’anno era già partito in salita, tra incertezze del quadro macro-economico e mercati sull’ottovolante, mentre iniziavano ad arrivare dalla Cina le prime notizie sul virus”.
A pagare il prezzo della crisi soprattutto le gestioni collettive, che registrano una raccolta negativa per 11 miliardi di euro (+7% nel trimestre precedente). A picco anche i fondi aperti (-12 miliardi), mentre a resistere meglio sono stati i fondi chiusi, con una raccolta positiva per 1,24 miliardi di euro sostenuta dai fondi immobiliari (+807 milioni).
-1,2 miliardi per le gestioni di portafoglio (+10,3 nel IV trimestre del 2019), mentre la raccolta netta delle Gp retail scende a +408 milioni da +1,28 miliardi, le gestioni di patrimoni previdenziali registrano deflussi per 495 milioni, dopo +577 milioni, le gestioni di prodotti assicurativi scivolano a -1,76 miliardi da +5,5 miliardi.
Tornando ai fondi aperti, questi i singoli risultati:
- flessibili: -7,5 miliardi;
- obbligazionari con -7,45 miliardi;
- azionari con -6 miliardi;
- bilanciati: +755 milioni.
“Nell’insieme – commenta Assogestioni – i fondi di lungo termine totalizzano disinvestimenti per 20,4 miliardi contro +9 miliardi degli ultimi tre mesi del 2019. Timori e avversione al rischio dei risparmiatori hanno trovato un parziale approdo nei fondi monetari, dove sono stati parcheggiati 8,2 miliardi di euro di raccolta netta, in contrasto con la fuga di fine 2019 (-3,4 miliardi), presumibilmente in attesa che l’orizzonte della crisi del coronavirus si schiarisca”.
Passando alle masse, la mappa trimestrale di Assogestioni, indica che le gestioni collettive sono passate dai 1.135,8 miliardi di fine 2019 ai 1.022,3 miliardi della fine dello scorso marzo, ovvero dal 49,2% del patrimonio totale al 47,2%. Ad accusare il colpo sono soprattutto i fondi aperti, che scendono sotto la soglia dei mille miliardi a 958,9 miliardi (44,8%) da 1.072 miliardi (46,5%), mentre i fondi chiusi si mantengono sui livelli di fine 2019 a 63,5 miliardi (3% da 2,8% a dicembre). Le gestioni di portafoglio registrano masse per 1.118 miliardi (52,2%), in calo dai 1.171 miliardi di fine 2019. Le gestioni di prodotti assicurativi, in particolare, scendono a 757,2 miliardi da 790 miliardi. Tra i fondi, il patrimonio gestito dagli obbligazionari diminuisce a 382 miliardi (da 413,5 miliardi), le masse dei flessibili passano a 221 miliardi (da 252 miliardi), per gli azionari la discesa è 196,9 miliardi (da 243 miliardi) e per i bilanciati a 114,4 miliardi (da 126,5 miliardi). Patrimonio in ascesa, invece, per i fondi monetari a 42,2 miliardi, dai 34 miliardi di fine 2019.
In riferimento ai gestori, il gruppo Generali ha registrato deflussi per 1 miliardo di euro, mentre il patrimonio in gestione è pari a 498 miliardi, il 24% del totale. Intesa Sanpaolo ha registrato invece una raccolta negativa per 3,9 miliardi con masse per 394,1 miliardi (19%). Segue Amundi, che segna -1,8 miliardi con un patrimonio di 176,8 miliardi (8,5% del totale).
Positive invece Anima Holding, con una raccolta netta di +333,6 milioni e 176,5 miliardi in gestione (8,5%) e le Poste che registrano +1,9 miliardi, con un patrimonio di 93,1 miliardi (4,5%).
Infine un riferimento ai Pir. Nonostante la nuova normativa, i fondi aperti del comparto nel primo trimestre mostrano un saldo di -234,2 milioni, dopo i -380,4 milioni del quarto trimestre 2019. Il patrimonio promosso dei fondi Pir compliant scende a 15,1 miliardi dai 18,7 miliardi di fine 2019.
Scendendo nei dettagli, sono gli azionari a soffrire di più, registrando deflussi pari a -153 milioni. -33 milioni il saldo dei bilanciati, mentre per gli obbligazionari la raccolta è postiva per 1,3 milioni di euro. Ancora disinvestimenti sui flessibili( -49,6 milioni).