I costi dei fondi europei sono in calo. Secondo una ricerca di Morningstar dal titolo European fund expenses are decreasing in percentage, le spese correnti (ongoing charge) ponderate per il patrimonio sono scese in media all’1% nel 2016 contro l’1,09% del 2013. Esistono, tuttavia, delle eccezioni, tra cui l’Italia in cui si è registrato in media un aumento nell’ultimo triennio, dall’1,33 all’1,42% per i fondi domiciliati. Nel Belpaese, gli azionari rimangono i più cari d’Europa, mentre gli obbligazionari sono diventati in media più costosi dal 2013 ad oggi (i dati sono al 1 maggio 2016).
Irlanda e Svizzera sono i mercati dove gli investitori pagano commissioni più basse (0,62% contro una media europea dell’1%). Norvegia, Paesi Bassi e Svezia sono anch’essi molto competitivi. I fondi domiciliati in Italia, Spagna, Francia e Belgio sono, al contrario, tra i più cari.
Perché i fondi costano meno
“Il declino dei costi è da attribuire, tra gli altri fattori, a una maggior penetrazione delle cosiddette clean share class (classi senza commissioni) e a una crescente preferenza degli investitori per i fondi meno costosi”, spiega Nikolaj Holdt Mikkelsen, capo-analista di Morningstar in Danimarca e autore della ricerca. “Il 10,3% degli asset in comparti azionari inclusi nell’analisi (l’universo complessivo è di 54 mila classi, Ndr) è investito in prodotti passivi, contro l’8% del 2013. Esistono comunque differenze di popolarità da paese a paese. In media, le spese correnti asset weighted degli index fund azionari è dello 0,31% contro l’1,38% degli attivi”.
I paesi più competitivi, in termini di costi, sono anche quelli dove ci sono le più alte economie di scala: la crescita dimensionale dei fondi si traduce in una riduzione delle commissioni a vantaggio degli investitori in mercati quali la Svezia, i Paesi Bassi, la Svizzera e la Germania. In altri, tra cui Spagna, Belgio e Danimarca non si registrano economie di scala.
Spese assolute
In termini assoluti, nel 2016 gli investitori europei in fondi hanno pagato circa 61 miliardi in spese correnti annuali, contro i 53 miliardi del 2013. L’incremento è dovuto al fatto che il patrimonio gestito è aumentato più di quanto siano diminuite le ongoing charge nel periodo considerato.
Infine, lo studio mostra che i fondi costosi tendono a rimare tali nel tempo, così come quelli economici difficilmente diventano più cari. Questo significa che le attuali spese correnti sono un forte indicatore predittivo del livello commissionale futuro.