Lo stop stabilito dalla Bce ai dividendi delle banche nel 2020 e le limitazioni imposte sulle cedole fino a ottobre 2021 non hanno inciso solo sui portafogli degli investitori, ma hanno inferto anche un duro colpo alle fondazioni di origine bancaria. A causa di queste decisioni infatti, i proventi sono calati di oltre il 45%, mentre il patrimonio si è ridotto di più di 500 milioni. Lo rivela il 26esimo rapporto annuale, approvato oggi dal consiglio degli Acri, che fornisce una fotografia su dati dei bilanci 2020 delle Fondazioni di origine bancaria.
Secondo la relazione dell’Acri, l’associazione delle fondazioni, nel 2020 il patrimonio contabile complessivo è sceso a quota 39,7 miliardi di euro, in ribasso di circa 553 milioni di euro (-1,4%), mentre l’attivo si è attestato a poco più di 46 miliardi di euro, in lieve diminuzione (-1,8%) rispetto all’anno precedente.
Parallelamente nell’esercizio 2020 i proventi sono calati a 1,421 miliardi di euro, in ribasso del 45,3% rispetto ai 2,6 miliardi del 2019. A causare la discesa sono stati “gli effetti della crisi pandemica che ha, tra l’altro, indotto la Banca Centrale Europea a raccomandare a tutti gli enti creditizi di non procedere al pagamento di dividendi”, spiegano le Fondazioni. Il rapporto sottolinea inoltre che, dall’esame delle tipologie di ricavo, emerge che lo scorso anno i dividendi provenienti da partecipazione non bancarie, pari a 900 milioni, hanno rappresentato la forma di provento principale, con un’incidenza del 63,3% sul totale.
Nonostante il quasi dimezzamento dei proventi, proprio allo scopo di far fronte alle conseguenze economiche dell’emergenza Covid, gli enti hanno aumentato le erogazioni, salite a dai 910,6 milioni del 2019 ai 949,9 milioni di euro del 2020 (+4,3%). A fare la parte del leone è ancora il welfare cui sono stati destinati 396,5 milioni (il 41,7% del totale). Il tasso di erogazione sul patrimonio medio dell’insieme delle Fondazioni è dunque del 2,4%.
Andando avanti coi parametri, la redditività lorda del patrimonio si attesta al 3,6%, rispetto al 6,5% del 2019, mentre l’avanzo di esercizio è stato pari a 1,05 miliardi (-45%).
“Il Ventiseiesimo Rapporto Annuale delle Fondazioni di origine bancaria registra l’impatto che il primo anno di pandemia ha avuto sul sistema delle Fondazioni e la risposta straordinaria che queste hanno saputo mettere in campo per rispondere all’emergenza”, ha affermato Francesco Profumo, presidente di Acri. “Innanzitutto la gestione prudente e il processo di diversificazione, costantemente perseguito negli anni dalle Fondazioni, ha fatto in modo che, pur in presenza della crisi dei mercati finanziari e al congelamento della distribuzione dei dividendi voluto dalla BCE, le erogazioni non solo non ne abbiano risentito, ma siano anche cresciute. Proprio quando c’era più bisogno di loro, le Fondazioni hanno dimostrato di essere presenti. Inoltre, la contrazione della redditività registrata dalle Fondazioni nel 2020 è stata decisamente inferiore rispetto a quella degli altri investitori istituzionali nello stesso periodo. È utile considerare, peraltro, che i dividendi non percepiti nel corso del 2020 siano andati a rafforzare ulteriormente gli istituti di credito e dunque, sul lungo periodo, a consolidare il valore dell’investimento”, conclude Profumo.