Mentre l’economia stagna, la Fondazione Golinelli di Bologna viaggia alla velocità della luce e mette in campo un altro milione di euro per nuove imprese. È stata lanciata in settimana, insieme a G-Factor, la seconda edizione della call “Life Science Innovation 2020”, un bando internazionale per ricercatori e studenti nel settore delle life sciences; le risorse in denaro ammontano a 720mila euro, quelle in servizi a 280mila. Chi ha buone idee si faccia avanti, perché la scadenza è il prossimo 31 ottobre.
La prima “call”, lanciata pochi mesi fa, è stata un vero successo e ha ricevuto 124 candidature di startup innovative, dall’Italia e dall’estero, Ma Fondazione Golinelli sembra instancabile e ha deciso di rinnovare già la proposta, con l’intento, scrive in una nota, di “fornire una risposta concreta alla necessità del nostro paese di favorire l’integrazione tra ricerca, industria e mercato, mettendo al centro i giovani, le loro idee di impresa e la ricerca scientifica e tecnologica, nell’ottica di una formazione che unisca il sapere al saper fare”.
Il bando è per progetti d’innovazione e nuove imprese del settore delle scienze della vita e si rivolge a chi pensa di avere un’idea vincente nei settori pharma e biotech, medtech, nutraceutica, bioinformatica e bioingegneria.
Saranno selezionati 8 progetti che avranno l’opportunità di intraprendere un percorso nella sede di G-Factor, incubatore-acceleratore che sorge nell’area delll’Opificio di Bologna. L’obiettivo di questa “scuola” è coltivare i germogli d’impresa perché diventino piante robuste ad alto contenuto innovativo, scientifico e tecnologico.
“L’Opificio – dice Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli – si propone come uno dei più importanti centri di riferimento per l’innovazione a livello europeo e la sua nuova ala, che ospita G-Factor, va a completare un ecosistema integrato, unico in Italia, con tutte le fasi di una filiera complessa e interconnessa: educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, incubazione, accelerazione e private equity/venture capital, in un sistema aperto a traiettorie di sviluppo convergenti”.
È in questo contesto che gli 8 team vincitori inizieranno a lavorare fin dalle prime fasi di sviluppo con esperti e investitori che li accompagneranno nel loro percorso di crescita e di affermazione sul mercato, anche grazie alle relazioni, le reti, le contaminazioni con centri di ricerca, università, imprese e operatori finanziari.
Potranno partecipare al bando newco, spin-off e startup innovative e studenti, laureati, dottorati e ricercatori, singolarmente o in team, appartenenti a enti pubblici e privati; nel team dovrà essere presente almeno un componente under 40.
Le candidature dovranno arrivare entro il 31 ottobre 2019 e la loro valutazione sarà affidata a una commissione di alto profilo, con esponenti di rilievo nei settori dell’innovazione, della ricerca e del business. Il bando si trova sul sito e la lista dei progetti selezionati sarà resa pubblica il 31 gennaio 2020.
“G-Factor – sostiene Antonio Danieli, direttore generale della Fondazione Golinelli – si è affacciato in maniera inedita meno di un anno fa al panorama italiano con l’obiettivo di rappresentare un modello realmente funzionale alla realtà produttiva e finanziaria del nostro paese”. Questo luogo “esprime le potenzialità degli incubatori universitari e di quelli corporate aggiungendo la leva finanziaria tipica degli acceleratori e dei fondi di venture capital”. Svolge inoltre un grosso lavoro di formazione e accompagnamento dei team selezionati, grazie a un network di mentori e di tutor. In occasione del lancio pubblico della seconda call Fondazione Golinelli ha invitato due esperti investitori di livello internazionale, per confrontarsi con uno sguardo esterno, l’inglese Bill Morrow, che ha parlato di “Good Angels & Bad Angels” e lo statunitense Steve Gedeon, sul tema “Networking with Business Angel investors”.
“Abbiamo la consapevolezza – conclude Danieli – di possibili divergenze d’opinione, sull’ecosistema italiano delle startup, ma per avere stimoli sempre nuovi e per migliorarci, è necessario tenere vivo il confronto e il dialogo con le realtà internazionali più avanzate. L’innovazione e il venture capital non hanno confini territoriali”.