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Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea presenta l’ultima installazione di Matthew Barney

Con questa mostra, la Fondation Cartier celebra la sua collaborazione con l’artista americano, iniziata trent’anni fa con la coproduzione del primo film di Barney, Cremaster 4 (1994), in quella che sarebbe diventata l’iconica opera dell’artista, The Cremaster Cycle

Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea presenta l’ultima installazione di Matthew Barney

Dall’8 giugno all’8 settembre 2024, la Fondation Cartier pour l’art contemporain (Parigi) presenta una mostra di Matthew Barney, che mostra la sua ultima installazione video: “Secondary“.

La mostra si svolgerà in tutte le gallerie della Fondazione Cartier e presenterà per la prima volta una nuova scultura creata per l’occasione. Inoltre, la mostra includerà un’installazione delle prime opere video Drawing Restraint, fornendo ulteriore contesto per il nuovo lavoro.

Mostra alla Fondazione Cartier: il tour

Girato nello studio di scultura di Matthew Barney a Long Island City, New York, Stati Uniti, dove è stato mostrato per la prima volta nella primavera del 2023, “Secondary” è un’installazione video a cinque canali ambientata nel contesto di un campo di football americano. Per sessanta minuti, undici artisti – principalmente ballerini e artisti del movimento con corpi più anziani, compreso l’artista – astraggono l’azione che si svolge sul campo. La trama di “Secondary” ruota attorno al ricordo di un incidente accaduto durante una partita di football professionistico il 12 agosto 1978, dove Jack Tatum, difensore degli Oakland Raiders, colpì in campo aperto Darryl Stingley, un wide receiver degli Oakland Raiders. Patrioti del New England. Stingley rimase paralizzato. Ritrasmesso più e più volte dai media sportivi, questo tragico evento rimarrà impresso nella mente dei tifosi americani e del giovane Barney, lui stesso all’epoca quarterback della lega giovanile.

Chi è Matthew Barney

Nato a San Francisco, California e cresciuto a Boise, Idaho, Matthew Barney oggi vive e lavora a New York. Artista poliedrico, la sua pratica incorpora film, performance, scultura, fotografia e disegno. È famoso per i suoi lungometraggi The Cremaster Cycle (1994-2002), River of Fundament (2014) e Redoubt (2019), nonché per la sua serie di video Drawing Restraint (1987-in corso). Come scultore, Barney lavora con materiali che vanno dalla vaselina, al bronzo, ai polimeri contemporanei e ora per la prima volta alla terracotta, per creare oggetti e installazioni intrinsecamente legati al suo universo cinematografico.

Le mostre personali

Matthew Barney ha presentato progetti su larga scala in mostre personali alla Fondation Cartier pour l’art contemporain (1995); Guggenheim, New York (2002); Museo d’Arte Contemporanea del 21° Secolo, Kanazawa, Giappone (2005); Schaulager, Basilea, Svizzera (2010 e 2021); la Morgan Library and Museum, New York (2013); Haus der Kunst, Monaco di Baviera, Germania (2014); e Galleria d’arte della Yale University (2019). Ha ricevuto il Premio Aperto alla Biennale di Venezia (1993); il Premio Hugo Boss (1996); il Kaiser Ring Award a Goslar, Germania (2007); e il Golden Gate Persistence of Vision Award al 54esimo San Francisco Film Festival (2011).

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