Da oltre vent’anni, la Fondation Cartier pour l’art contemporain sviluppato un programma che esplora le principali questioni ambientali attuali. Nel tempo, la sua collezione si è arricchita di numerose opere che invitano il pubblico a guardare la bellezza e la vulnerabilità del mondo vivente sotto una nuova luce. Riunendo oltre 250 opere, provenienti essenzialmente da questa collezione, la mostra Living Worlds si propone di sfidare la nostra immaginazione, mettendo in discussione i limiti dell’antropocentrismo, per reinventare, con empatia e umiltà, una nuova possibile convivenza sulla terra con piante e animali.
Inoltre, il cuore della mostra comprende una notevole collezione di opere di artisti amerindi contemporanei, esposte insieme per la prima volta in Europa. La loro esperienza di un rapporto paritario tra esseri viventi, umani e non umani, deriva da una tradizione immemorabile, dalla quale abbiamo molto da imparare in questo momento di crisi ambientale. Molti di questi artisti provengono dall’Amazzonia brasiliana, come Jaider Esbell (Makuxi), Ehuana Yaira e Joseca (Yanomami), Bane, Isaka e Mana (Huni Kuin), ma anche dall’Amazzonia venezuelana, come Sheroanawe Hakihiiwe (Yanomami). La mostra riunisce anche una selezione di disegni di artisti Nivaklé e Guarani che vivono nella foresta paraguaiana del Gran Chaco, come Esteban e Angelica Klassen, Floriberta Fermin, Marcos Ortiz, Clemente Juliuz, Osvaldo Pitoe e Jorge Carema.
Contrariamente alla tradizione occidentale, Living Worlds ci incoraggia, guardando e ascoltando, a considerare i non umani come nostri eguali all’interno di un vasto mondo condiviso che appartiene a tutte le creature viventi. La mostra attinge ai contributi di una comunità di artisti e scienziati impegnati in una ricerca estetica ed esistenziale, profondamente segnata dall’enigmatica bellezza del mondo vivente. Questi includono il musicista e bioacustico americano Bernie Krause, l’artista cinese Cai Guo Qiang, il plastico francese Fabrice Hyber, il regista armeno Artavazd Pelechian, il botanico francese Francis Hallé, l’artista americano Tony Oursler e i registi francesi Claudine Nougaret e Raymond Depardon. Le loro opere sono tra alcuni dei pezzi più emblematici che compongono la Collezione Fondation Cartier e sono il frutto di diversi anni di lavoro congiunto tra questi artisti e l’istituzione. Living Worlds è anche un’opportunità per la Fondation Cartier di sviluppare nuove collaborazioni con artisti come Bruno Novelli e Solange Pessoa dal Brasile.
Living Worlds è la continuazione di una serie di mostre già allestite alla Fondation Cartier, esplorando il luogo che l’uomo occidentale si è appropriato in cima a una presunta piramide di esseri viventi e popoli.