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Fondation Galeries Lafayette (Parigi): la prima retrospettiva in Francia di Martine Syms, occasione per vivere in un teatro quotidiano

Fondazione Lafayette

Con questa retrospettiva (aperta fino al 9 febbraio 2025) l’artista americana Martine Syms invita i visitatori a sperimentare un’opera di arte totale che si dispiega su tutti i piani della Fondazione, trasformandolo in negozio di un nuovo tipo. Composto da riproduzioni di elementi sonori workshop a Los Angeles – dalla facciata di l’edificio al suo ufficio: crea questo luogo ibrido un ponte tra la sfera pubblica e quella privata, del visibile e dell’inaccessibile, dell’intimo e del collettivo, raccontando una certa storia della nostra cultura e i luoghi che la compongono. L’artista presenta un’esperienza caleidoscopica dove le domande esistenziali sono incarnate nelle opere, poi si trasformano in edizioni disponibile per la vendita. Nello studio dell’artista trasformato in uno spazio commerciale, esso stesso diventa un set cinematografico, dove il pubblico fa esperienza di un progetto in un “teatro quotidiano”.

Una mostra che medita sul consumo e le origine del desiderio

La mostra Total è quindi interessata alla generalizzazione della sorveglianza e della cattura delle immagini permanenti di noi stessi come una potente dinamica della costruzione di identità. E se fossimo tutti gli attori? di un film in produzione perpetua? E se “La realtà” è stata in gran parte scritta dalla foto?
Tra rimandi intimi, archivi storici, rappresentazioni culturali dell’identità e dell’oscurità, storia femminista e invocazioni di spiritualità, Total è uno spazio che resiste alla troppa leggibilità. Meditazione sul consumo come prestazioni, ma anche sulle prestazioni del consumo, la mostra si propone di riflettere sulle cose che desideriamo ci piacciono com estensioni di noi stessi e della nostra cultura, e allo stesso tempo mette in discussione le origini del nostro desiderio.

Conosciamo prima meglio l’artista

Martine Syms è nata nel 1988 a Los Angeles. Ha conseguito un Master in Belle Arti presso il Bard College,
Annandale-on-Hudson (2017) e una laurea in BFA di Belle Arti presso la Scuola dell’Istituto d’Arte di
Chicago (2007). È conosciuta per la sua pratica che unisce audacia concettuale, umorismo e commento sociale. Combinando video, installazioni e performance, spesso intrecciato con esplorazioni tecniche
e narrativa, Martine Syms esamina le rappresentazioni dell’oscurità e il suo rapporto con il vernacolo, il pensiero e le tradizioni femministe radicali. Sulla base della ricerca, la pratica di Syms integra modelli teorici riguardanti le identità eseguiti, integrati o imposti, che hanno in particolare legati al genere o alla razza.
Le sue opere sono oggetto di mostre mostre internazionali, tra cui diverse monografie tra cui Total, Lafayette Anticipations, Parigi (2024); Presente Goo, quartier generale di Sadie Coles, Londra (2023); Brutte Plymouth, Carré d’Art – Museo d’Arte Contemporanea, Nîmes (2023); SHE MAD Sl:E4, MCA Museo di Arte Contemporanea, Chicago (2022); Collegio Grio, Museo Hessel di Arte, Bard College, Annandale-On Hudson (2022); She Mad: prima stagione, Bergen Kunsthall (2021); Palude Neurale, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2021) e Philadelphia Museum d’Arte, Filadelfia (2022). Tra le mostre collettive, Coming Soon, Lafayette Anticipations, Parigi (2024); Dopo le risate arrivano le lacrime, MUDAM The Museo d’Arte Contemporanea, Lussemburgo (2023); Lo straniero nel villaggio, Il razzismo allo specchio di
James Baldwin, Aargauer Kunsthaus, Aarau (2023); Biennale Kunsthal Charlottenborg, Copenaghen
(2023); Segnali: come il video ha trasformato il mondo, Il Museo d’Arte Moderna, New York (2023) e
Problemi di comunicazione: linguaggio e potere in gioco Arte Contemporanea, SUNY Fredonia, New York (2023). Nel 2022, il film da lei diretto e di cui è stata la co-sceneggiatrice, The African Desperate, arriva nei cinema negli Stati Uniti. Martine Syms è stata la vincitrice di numerosi premi, tra cui la Guggenheim Fellowship (2023); la United States Artists Fellowship (2020) e il Future Fields Commission nella categoria Media basati sul tempo (2020).

Immagine di copertina: Martine Syms, Lesson LXXV, 2017. [Still] single channel video © Martine Syms.
Courtesy of the artist and Bridget Donahue, New York

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Categories: Arte