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FOCUS ENERGIA – Elettricità, il mercato italiano e le strategie del futuro

FOCUS ENERGIA – Tre macro trend mettono in difficoltà il settore elettrico italiano: la crisi economica dei Paesi di antica industrializzazione, che ha abbattuto i consumi; lo sviluppo delle rinnovabili che ha rivoluzionato i meccanismi del mercato; la massiccia penetrazione delle generazione distribuita – Le strategie del futuro e il ruolo di Terna

FOCUS ENERGIA – Elettricità, il mercato italiano e le strategie del futuro

Per molti anni il settore elettrico italiano è stato caratterizzato da una elevata stabilità prodotta da una crescita lenta e costante dei consumi, come testimoniato dai dati statistici di Terna, la spa dell’alta tensione che gestisce la rete elettrica nazionale, sostanzialmente in linea con l’andamento del PIL. Il comparto elettrico – che nell’ultimo decennio è stato testimone di un percorso di modernizzazione e potenziamento, con ingenti investimenti sia sulla rete di trasmissione, dove la stessa Terna ha investito 7 miliardi di euro in opere concrete, sia sul versante della generazione, il cui parco centrali è diventato il più moderno del continente – è stato però sottoposto negli ultimi cinque anni a una serie di “stress” esterni che ne hanno mutato la configurazione:

1 – La crisi economica dei paesi di più antica industrializzazione ha causato un forte e prolungato calo dei consumi.
2 – Lo sviluppo delle rinnovabili ha rivoluzionato la dinamica tecnologica e i meccanismi di mercato che sembravano ormai consolidati.
3 – La massiccia penetrazione delle generazione distribuita ha modificato i sistemi di produzione e consumo.

Questi tre macro trend, e non solo, stanno mettendo in crisi le aziende operanti nel settore, specie quelle che più hanno puntato sulle tecnologie tradizionali. Le serie difficoltà economiche di realtà anche importanti non devono essere sottovalutate poiché segnalano un quadro di forte instabilità del sistema.

Il calo dei consumi. La crisi economica scoppiata nel 2008 ha avuto ricadute rilevanti sul consumo elettrico in Italia, anche se in modalità differenti per famiglie, industria e servizi. È in particolare per queste ultime due che la contrazione è stata più significativa. L’efficienza energetica ha sicuramente influito sulla riduzione dei consumi, ma è stata la chiusura o il trasferimento all’estero di molte aziende a dare “il colpo di grazia”. Nonostante la domanda sia in calo e l’offerta in eccesso i prezzi dell’energia non scendono ma, anzi, salgono. Per molte imprese energivore dove l’energia arriva a pesare il 40% sui costi primi, il mix “calo consumi-stasi prezzi dell’energia” – aggiunto alla stretta creditizia – sta provocando innumerevoli casi di crisi.

L’elevato prezzo dell’elettricità in Italia: il costo del gas. Le trasformazioni del mercato elettrico italiano sono fortemente influenzate, oltre che dalla riduzione dei consumi, anche dai prezzi dell’energia, costantemente più elevati di quelli europei. Una dinamica, questa, condizionata da diversi fattori, primo fra tutti il fatto che la metà circa dell’energia elettrica italiana è prodotta con centrali a gas e in Italia il gas ha i costi tra i più cari d’Europa. Questo è il segno che la concorrenza nel settore in Italia non riesce ad apportare benefici ai consumatori finali. Nuovi terminali di rigassificazione e gasdotti in grado di approvvigionarsi da nuovi fornitori potrebbero essere fattori in grado di cambiare la situazione in Italia.

L’elevato prezzo dell’elettricità in Italia: gli oneri e i sussidi. Oltre l’elevato costo del gas, sul caro bolletta pesano una serie di importanti elementi: il permanere di differenziali di prezzi tra le diverse aree geografiche, l’esplosione degli oneri di rete, i sostegni alle rinnovabili, la riduzione degli oneri di sistema per le imprese energivore, i sussidi alle fonti fossili e particolari servizi come l’interrompibilità istantanea e l’import virtuale. Trattasi di temi particolarmente “caldi” sul quali si scontrano importanti e contrapposti interessi che spesso purtroppo fanno si che non si esaminino i problemi in modo oggettivo. Sono in particolare gli oneri legati al sostegno alle fonti rinnovabili (il peso in bolletta di conto energia e certificati verdi a settembre 2013 ha raggiunti 11 miliardi di €) e i costi per la gestione del Sistema Elettrico Nazionale a essere al centro del dibattito. Se si pensa che per una PMI gli oneri di sistema siano aumentati del 46%, passando dai 16,6 €/MWh nel 2009 ai 24,3 €/MWh nel 2012, si comprende bene come il caro bolletta possa avere significativamente ripercussioni sulle scelte imprenditoriali.

Le rinnovabili e il mercato elettrico. A rendere ulteriormente complicato il quadro è il peso sempre più massiccio delle rinnovabili che sta mettendo in crisi il funzionamento del mercato elettrico. L’ingente quantitativo di queste fonti, in particolar modo il fotovoltaico, ha infatti stravolto la logica tradizionale della generazione e trasmissione dell’energia, comportando alcuni problemi: su tutti un eccesso di produzione rispetto ai consumi a livello locale, e ancora l’esigenza di un elevato, e flessibile, livello di riserva per bilanciare la rapida variabilità dei livelli di produzione, con oneri per il sistema. Terna, in qualità di gestore di rete, è direttamente coinvolta nella partita delle rinnovabili, e si è fortemente impegnata investendo già 1,3 miliardi di euro in opere concrete – sono previsti ulteriori 2,5 miliardi di euro fino al 2016 – per far sì che la rete elettrica si evolva in sincronia con il “nuovo sistema”, con interventi localizzati al Sud Italia, dove le FER stanno diventando la principale fonte di copertura del fabbisogno. Stando ai dati, negli ultimi 5 anni la potenza FER in priorità di dispacciamento è enormemente più che raddoppiata: dai circa 20 GW del 2007 (in pratica i vecchi impianti idroelettrici e geotermici) a 47 GW nel 2012. Eolico e soprattutto fotovoltaico sono le fonti cresciute di più. In particolare il PV ha chiuso il 2012 con 16 GW di potenza installata. Questo fa si che in molti momenti della giornata le FER siano in grado di soddisfare non solo l’intera domanda di base ma anche quote crescenti dei fabbisogni di picco. Le quote di domanda fuori mercato stanno mettendo in crisi molti impianti a gas costretti a produzioni sempre più intermittenti di giorno e a lavorare “a pieno regime” solo di notte. Inoltre all’avanzare dei mesi più caldi si assiste a un vero crollo rispetto alle altre tecnologie, in particolare al FV. L’effetto sui consumi di gas è importante: il calo medio è dell’ordine del 20%.

La situazione in esame sembra destinata a non cambiare. Anche in seguito alla riduzione dei costi specie in alcune tecnologie quali il fotovoltaico e l’eolico che hanno registrato un drastico crollo dei prezzi negli ultimi anni (per i prezzi dei pannelli il 2012 si è chiuso con una riduzione del 44% rispetto al 2010, mentre per le turbine eoliche il 2012 si è chiuso con un riduzione del 34% rispetto al 2009). Tali dinamiche interessano non solo gli impianti FER di grande taglia, ma anche quelli per la generazione distribuita, soprattutto nel FV. Tale dinamica non è solo italiana ma mondiale.
Conclusioni. Quali possibili strategie per le imprese elettriche? Riassumendo, crisi economica, evoluzione tecnologica ed evoluzione del quadro normativo stanno cambiando in modo profondo il settore elettrico italiano (e non solo). La domanda, dopo il crollo del 2008, probabilmente non ritornerà più ai livelli pre-crisi. Una serie di elementi convergono verso questa ipotesi:

1)    Stabilità demografica
2)    Stabilità/diminuzione delle grandi industrie energivore
3)    Sviluppo dell’efficienza energetica.

La stabilità della domanda, unita a una forte sovraccapacità produttiva, hanno importanti effetti a livello di sviluppo della competizione per i player del settore. Infine, l’evoluzione tecnologica ha cambiato in modo profondo il modello energetico: meno grandi impianti, più fonti rinnovabili e generazione distribuita, e gestione sempre più “intelligente” delle reti. E’ evidente che tutto questo impone un cambiamento “radicale” nelle strategie delle imprese del comparto. Per affrontare un contesto in continua evoluzione appare chiara la necessità di:

– Abbandonare la strategia degli investimenti nella generazione vista la domanda stagnante e la sovraccapacità produttiva.

– Concentrarsi sul downstream. La competizione sempre più forte richiede politiche commerciali e di marketing sempre più mirate ed efficaci. La customer acquisition and retention appare un obiettivo di crescente importanza nelle politiche di sviluppo delle aziende.

– Riformulare ed estendere l’offering. Per rafforzare il legame col cliente sembra ineludibile fornire servizi per l’efficienza energetica e, in generale, per il miglioramento della qualità della vita: pensiamo alla domotica, ai servizi post-contatore di riparazione, ai beni energy saving quali TV o lampade ad alta efficienza, alla mobilità sostenibile, ecc

– Puntare all’internazionalizzazione. L’Italia non può più essere il solo mercato di riferimento, occorre guardare alle aree a più elevata crescita, senza trascurare però una attenta gestione del rischio.

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