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FOCUS BNL – L’attività imprenditoriale femminile in Italia dopo la crisi: più servizi che industria

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L’attività imprenditoriale femminile in Italia è ancora per lo più concentrata nelle attività di servizio: circa un’impresa su tre in questo settore è gestita da donne, con percentuali che arrivano al 42,2% nell’istruzione e al 33% nelle attività di noleggio e agenzie di viaggio. Per contro, la presenza delle imprenditrici è ancora scarsa nelle attività manifatturiere.

Tra il 2009 e il 2013 la presenza femminile nell’imprenditoria è rimasta stabile, ma ciò è dovuto alla forte crescita delle imprese gestite da straniere, che con un +18% ha compensato la flessione delle imprese gestite da italiane. Le più attive durante il periodo sono state le imprenditrici cinesi, che a fine 2013 con 15mila aziende sono arrivate a gestire il 17,4% delle imprese femminili straniere. Seguono le romene e le marocchine. Secondo Unioncamere, nella maggior parte dei casi le donne che hanno avviato una nuova impresa nel corso del 2013 sono giovani e istruite: sei su dieci hanno meno di 40 anni, e il 25% circa meno di 30. Il livello di istruzione delle nuove imprenditrici è mediamente alto: circa il 21% è in possesso di una laurea (contro il 16% dei nuovi imprenditori uomini), mentre il 46,7% ha un diploma di scuola superiore, una percentuale che si ferma invece a 44,7 nel caso degli uomini.

Nella maggior parte dei casi (18,8%) le donne imprenditrici vengono da un’esperienza precedente che le ha viste impiegate o quadro in un’altra azienda, ma una fetta consistente arriva dal lavoro casalingo (13,4%) e dalla disoccupazione (16,1%). 

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