Cresce il traffico passeggeri in Italia: tra il 2000 e il 2011 ha registrato un incremento considerevole, passando da 91 mln a circa 149 mln con un tasso di crescita medio annuo pari al 4,6%. L’Italia presenta complessivamente 42 scali aeroportuali, un numero inferiore rispetto a Francia (64) e Gran Bretagna (45) e analogo a quelli presenti in Spagna (42) e Germania (42).
In Italia solo due aeroporti superano i 10 mln di passeggeri l’anno (Fiumicino e Malpensa), a fronte dei 4 di Spagna e Regno Unito e dei 5 della Germania. L’Italia è al quarto posto in Europa per volumi di traffico ed è l’unico, tra i principali paesi europei, ad aver recuperato i livelli pre-crisi di traffico passeggeri.
L’Italia è tra i pochi paesi a disporre di serie storiche sui bilanci delle famiglie e sulla distribuzione della ricchezza tra i suoi nuclei familiari, frutto di indagini periodiche e approfondite. In Italia, tra il 2000 e il 2010 il valore degli asset immobiliari delle famiglie è aumentato di circa €2,5 trilioni raggiungendo i €5,5 trilioni nel 2010 (+82%). In Germania la crescita è stata di €1,6 trilioni a €5,7 trilioni (+40%), in Francia di €4,3 trilioni per raggiungere nel 2010 un valore di €7,4 trilioni (+142%).
L’Italia è al quarto posto in Europa per volumi di traffico ed è l’unico, tra i principali paesi europei, ad aver recuperato i livelli pre-crisi di traffico passeggeri. Il recente piano strategico di sviluppo aeroportuale elaborato dall’Enac prevede un possibile raddoppio del traffico entro il 2030 con un numero annuo di passeggeri che potrebbe arrivare a circa 300 milioni.
Lo scalo di Roma Fiumicino con 37,7 mln di passeggeri nel 2011 è il primo aeroporto italiano per traffico. A livello europeo si posiziona al 7° posto alle spalle di Londra Heathrow, al primo posto con 69,4 mln di passeggeri, Parigi Charles de Gaulle, Francoforte, Amsterdam, Madrid e Monaco.
La gestione degli aeroporti italiani ha impiegato nel 2010 oltre 9.000 dipendenti a fronte di un traffico di poco inferiore a 140 mln. In termini occupazionali si stima che il settore del trasporto aereo occupi complessivamente circa 500 mila addetti tra diretti, indiretti e indotti per un valore aggiunto annuale di circa 15 mld di euro. Nel complesso il sistema aeroportuale italiano appare adeguato ai volumi attuali di traffico, tuttavia, in assenza di sviluppi infrastrutturali, in un arco temporale di 10 anni, molti scali si troverebbero in una situazione di saturazione.
La mobilità costituisce un elemento di importanza fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di un paese. L’evoluzione tecnologica ha favorito un aumento costante della mobilità umana che secondo i dati delle Nazioni Unite negli ultimi 40 anni è cresciuta di sei volte. Solo nell’ultimo decennio la frequenza degli spostamenti si è più che raddoppiata. Le previsioni dell’Organizzazione mondiale per il turismo segnalano che nel 2020 si muoveranno per turismo 1,6 mld di persone contro i 650 milioni del 2000. Nel medesimo arco temporale si prevede in Europa un aumento del 40% del traffico passeggeri e del 60% del traffico merci.
L’Italia, per la particolare conformazione geomorfologica, presenta buona parte del territorio nazionale in posizione periferica rispetto alle grandi economie europee. Questa circostanza assegna allo sviluppo infrastrutturale un ruolo di primaria importanza per la competitività del sistema paese. Tra il 2000 e il 2011 il traffico passeggeri in Italia ha registrato un incremento considerevole, passando da 91 mln a circa 149 mln con un tasso di crescita medio annuo pari al 4,6%.
La dinamica di sviluppo è stata pressoché costante. Si sono registrate delle flessioni solo in tre circostanze: nel 2001 per effetto degli attentati terroristici negli Stati Uniti e nel periodo 2008 (-1,7%) e 2009 (-2,3%) in concomitanza con la recessione globale. L’Italia è al quarto posto in Europa per volumi di traffico ed è l’unico, tra i principali paesi europei, ad aver recuperato i livelli pre-crisi di traffico passeggeri.
Il recente piano strategico di sviluppo aeroportuale elaborato dall’Enac prevede un possibile raddoppio del traffico entro il 2030 con un numero annuo di passeggeri che potrebbe arrivare a circa 300 milioni.
L’Italia presenta complessivamente 42 scali aeroportuali, di cui 38 censiti da Assaeroporti (restano esclusi Aosta, Salerno, Pantelleria e Lampedusa). In assoluto il numero degli scali risulta inferiore rispetto a Francia (64) e Gran Bretagna (45) e analogo a quelli presenti in Spagna (42) e Germania (42).
La rete aeroportuale nazionale è stata classificata in prima approssimazione in due categorie, costituite da: a) 24 aeroporti principali che per la loro centralità rispondono alla domanda di trasporto aereo di ampi bacini di traffico, sono caratterizzati da un elevato grado di connettività sulle destinazioni internazionali a livello europeo e sviluppano collegamenti a livello continentale; b) 18 aeroporti di servizio che hanno una caratterizzazione di servizio base, con ridotta estensione dei bacini di utenza e risultano rispondere ad una domanda di traffico ad estensione regionale. Questa categoria svolge un servizio complementare nella rete contribuendo ad ampliare la copertura del territorio nazionale.
Nel piano nazionale degli aeroporti è stata adottatata una classificazione funzionale più articolata per i 24 aeroporti principali. Quest’ultima distingue:
1) Tre grandi gate intercontinentali (Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia) per volume e bacini di traffico, livello dei collegamenti internazionali e intercontinentali, grado di accessibilità e di integrazione con le altre reti della mobilità.
2) 13 aeroporti strategici. Si tratta di: Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Lamezia Terme, Milano Linate, Napoli, Palermo, Pisa e Torino. che, a prescindere dal volume di traffico attuale, rispondono efficacemente alla domanda di trasporto aereo di ampi bacini di utenza e che sono in grado di garantire nel tempo tale funzione, per capacità delle infrastrutture e possibilità del loro potenziamento con impatti ambientali sostenibili.
3) 8 aeroporti primari che, a prescindere dal volume di traffico, attualmente presentano limitazioni allo sviluppo quali vincoli ambientali, accessibilità inadeguata, ostacoli allo sviluppo delle infrastrutture.Tali scali soddisfano la domanda di ampi bacini di utenza e particolari segmenti di traffico.
Nella maggior parte dei paesi europei il traffico risulta concentrato in un numero limitato di scali strategici, l’Italia presenta invece una maggior distribuzione del traffico negli scali medi e negli scali con meno di 5 milioni di passeggeri. Ben 15 aeroporti su 38 (il 39% del totale) registrano in Italia un traffico compreso nella fascia 1-5 mln di passeggeri l’anno, in Francia sono il 19%, in Gran Bretagna il 22% e in Germania il 24%.
Nel nostro paese solo due aeroporti superano i 10 mln di passeggeri l’anno (Fiumicino e Malpensa), a fronte dei 4 di Spagna e Regno Unito e dei 5 della Germania. In Francia, come in Italia, gli aeroporti con oltre 10 mln di passeggeri sono solo due, ma il modello aeroportuale francese assegna un ruolo importante agli aeroporti minori, quelli con traffico tra i 100-500mila passeggeri l’anno, che fungono da raccordo degli scali principali, se ne contano infatti ben 26 a fronte dei 9 italiani, 6 tedeschi, 5 spagnoli e 11 britannici.
Il principale aeroporto italiano è quello di Roma Fiumicino, che nel 2011 ha registrato transiti per oltre 37 mln di passeggeri, circa un quarto di tutto il traffico nazionale. L’Action Plan varato dall’Enac prevede una serie di interventi infrastrutturali volti al potenziamento e a guadagni di efficienza, dal momento che si stima per il sistema dei terminal, delle piste e dei piazzali di sosta aeromobili una soglia di saturazione di 42-45 mln di passeggeri. In assenza di interventi tale soglia potrebbe essere raggiunta nel 2015. Le previsioni di traffico per questo scalo indicano per il 2020 un volume di 55 mln di passeggeri che potrebbe arrivare a 80 mln nel 2030.
A livello europeo l’aeroporto di Fiumicino si colloca al 7° posto per numero di passeggeri dopo Londra Heathrow (69,4 mln), Parigi Charles de Gaulle (61 mln), Francoforte (56,4 mln), Amsterdam (49,8 mln), Madrid (49,7mln) e Monaco (37,8 mln).
Al secondo posto in Italia, con un traffico pari a circa la metà di Fiumicino, si posiziona lo scalo di Milano Malpensa (19,1 mln di passeggeri), principale scalo del nord del paese prevalentemente utilizzato per le rotte internazionali (circa 15 mln). Malpensa tra il 2000 ed il 2011 ha registrato una flessione del traffico passeggeri legata principalmente alla scelta della compagnia di bandiera italiana di puntare sullo scalo di Roma Fiumicino come principale hub internazionale. Al terzo posto tra gli scali principali non si trova il gate internazionale di Venezia (8,5 mln di passeggeri), ma lo scalo di Milano Linate, che, pur rientrando tra gli aeroporti definiti “strategici”, vanta un numero di transiti superiore rispetto a Venezia.
Complessivamente i primi 5 aeroporti in Italia detengono una quota di mercato sul totale pari al 59%, inferiore rispetto a quelle registrate in Spagna (67%), Regno Unito (70%), Germania (76%) e Francia (79%).
Nella gestione degli aeroporti italiani sono stati impiegati nel 2010 oltre 9.000 dipendenti, a fronte di un traffico di poco inferiore a 140 mln. In termini occupazionali si stima che il settore del trasporto aereo occupi complessivamente circa 500 mila addetti tra diretti, indiretti e indotti per un valore aggiunto annuale di circa 15 mld di euro. In media negli ultimi anni si sono registrati investimenti da parte dei gestori aeroportuali per circa 5 mld di euro all’anno e ricavi per circa 3 mld di euro all’anno.
In Italia l’indice di propensione al volo presenta valori ancora inferiori rispetto alla media dei principali paesi europei, anche se negli ultimi anni si registra un avvicinamento ai valori di Germania e Francia. Gli indici economici e l’analisi dei dati segnalano che in Italia la componente di trasporto aereo, nel mobility mix dei trasporti, presenta un livello ancora contenuto. In particolare il traffico internazionale risulta essere il segmento in cui l’Italia evidenzia maggiori potenzialità di crescita, il basso livello di collegamenti diretti intercontinentali costituisce infatti il principale limite del mercato italiano.
Nel complesso il sistema aeroportuale italiano appare adeguato ai volumi attuali di traffico, tuttavia, in assenza di sviluppi infrastrutturali, si stima che in un arco temporale di 10 anni molti scali si troverebbero in una situazione di saturazione. Oltre a Roma Fiumicino si verrebbero a trovare in una situazione analoga anche gli aeroporti di Bergamo, Catania, Bologna, Firenze e Pisa, che presentano già oggi un livello di saturazione delle aerostazioni nelle ore di picco. Rispetto all’anno 2000, in cui circa il 60% del traffico era concentrato nei 3 aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Milano Linate, nel 2011 il 63% del traffico risulta concentrato in 6 aeroporti, evidenziando quindi una diffusione del traffico più ampia, anche nel confronto con Francia, Germania e Regno Unito.
Un altro fattore che ha contribuito a cambiare il naturale processo di sviluppo della rete aeroportuale riguarda l’accelerazione registrata negli ultimi anni dall’ampliamento della rete ferroviaria ad Alta Velocità, che sta modificando in modo considerevole le scelte di trasporto dei viaggiatori specialmente a livello nazionale. In Italia il sistema dell’Alta Velocità ha consentito al trasporto ferroviario di guadagnare una quota di mercato considerevole sulla tratta Roma-Milano, portando ad una riduzione significativa del traffico aereo sulla rotta Roma Fiumicino-Milano Linate.
In prospettiva il miglioramento del sistema di mobilità complessivo del paese dovrà passare per un più stretto dialogo tra le due reti. Questa esigenza appare ancora più pronunciata per gli scali con un ruolo di gate intercontinentale (Fiumicino, Malpensa e Venezia) per i quali occore garantire un collegamento diretto tra aeroporto e rete ad alta velocità in grado di offrire alternative di viaggio e una maggior efficienza del mobility mix.