Il perdurare di una crisi che, seppure a fasi alterne, si avvia verso il quinto anno, continua ad avere un impatto rilevante sul mercato del lavoro. Nel mondo i disoccupati a fine 2011 erano 197 milioni. Di questi, 27 milioni sono una diretta conseguenza della crisi e risultano concentrati soprattutto nei paesi sviluppati e in Europa. Nel complesso, il tasso di disoccupazione mondiale è arrivato al 6%.
I più penalizzati risultano, in tutte le aree del pianeta, i giovani. Nel 2011 erano disoccupate circa 74,7 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni, e il tasso di disoccupazione per questa fascia di età è arrivato al 12,7%, un punto percentuale in più rispetto al livello pre-crisi. Spagna, Irlanda e Grecia sono tra i paesi più colpiti al mondo, insieme a quelli del Nord Africa e Medio Oriente.
In Italia il mercato del lavoro ha subito un lento ma costante deterioramento negli ultimi trimestri. A dicembre il tasso di disoccupazione complessivo è arrivato a 8,9%. Ben più alto risulta quello giovanile (oltre il 30%), che supera di quasi 10 punti percentuali il livello del periodo pre-crisi. Il valore medio nazionale del tasso di disoccupazione è poco indicativo della reale situazione del paese – molto differenziata tra le diverse aree -, ed è quindi poco indicativo nei confronti internazionali.
Un’analisi condotta a livello di ripartizioni territoriali NUTS 2 nella Ue-27 mostra come quasi tutte le regioni italiane presentino un tasso di disoccupazione giovanile superiore a quelle con analogo Pil pro-capite. Fanno eccezione Veneto e Valle d’Aosta (che registrano una disoccupazione giovanile di un paio di punti inferiore alla regione francese di Rhône-Alpes) il Friuli, la Liguria e le Marche (cinque punti meno del North Yorkshire).
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Allegati: Focus n. 06 – 10 febbraio 2012.pdf