Il 2014 si è chiuso con alcuni segnali positivi per l’economia italiana. Nel IV trimestre, il Pil ha sostanzialmente smesso di cadere. Per la prima volta da alcuni anni, il miglioramento interessa anche la domanda interna. Le famiglie sono tornate a spendere e le imprese ad investire, sebbene con prudenza e più lentamente di quanto non facessero negli anni precedenti la crisi.
Per la ripresa dell’economia, rimane centrale il ruolo della domanda estera. Nel 2014, le esportazioni si sono avvicinate ai 400 miliardi di euro. L’avanzo della bilancia commerciale ha superato i 40 miliardi. Un surplus prossimo al 3% del Pil si confronta con un deficit del 2,5% in Spagna e di quasi il 3,5% in Francia. L’avanzo commerciale della Germania ha superato il 7,5%.
In Italia, una spinta alla crescita delle esportazioni è venuta durante lo scorso anno dal settore dei mezzi di trasporto, con le vendite di autoveicoli cresciute del 10%, e da quello dei macchinari. Le esportazioni di prodotti lattiero-caseari, carne e vino hanno trainato le vendite di alimentari, cresciute di oltre il 3%. Una flessione delle esportazioni ha, invece, interessato i prodotti petroliferi, i metalli e l’elettronica.
La ripresa delle esportazioni nel 2014 è il risultato di un’accelerazione all’interno della Ue a fronte di un rallentamento nel resto del mondo. Lo scorso anno ha visto la conferma dell’aumento delle esportazioni nel Regno Unito, la flessione di quelle in Francia e il recupero di quelle in Germania e Spagna. Un freno è venuto dalle vendite in Svizzera, Turchia e Russia.
Le esportazioni italiane continuano a trarre giovamento dalla domanda proveniente dagli Stati Uniti: negli ultimi cinque anni, le vendite sono aumentate del 75%. Uno sguardo a quanto accaduto a livello settoriale porta a ritenere che la forte crescita delle esportazioni in questo paese dipenda molto dall’andamento dell’economia americana. Le vendite italiane sono, infatti, aumentate prevalentemente in settori legati più a decisioni di investimento che a semplici motivazioni di prezzo, come quello dei macchinari e quello dei metalli.
Allegati: Focus n. 12- 27 marzo 2015.pdf